AGNONE. “Per me fare politica significa agire per i più deboli, tanto che mi sono sempre occupata anche di anziani. E non mi sono data mai per vinta. Per esempio, quando il Pd ha votato per il Jobs act mi sono sentita tradita: io per prima l’ho subìto, come lavoratrice precaria, e non lo condivido. Ma lamentarsi non serve a nulla, meglio darsi da fare”. E’ un passaggio dell’intervista rilasciata da Caterina Cerroni, candita alle scorse elezioni Europee nella circoscrizione Italia Meridionale, al settimanale Donna Moderna che dedica tre pagine ai nati negli anni ’90 i quali, a differenza di tanti coetanei disillusi dai partiti, hanno deciso di impegnarsi in prima persona in politica. Ventisette anni, Cerroni, con alle spalle un passato da consigliere comunale di Agnone, oggi è la responsabile Europa e Mediterraneo dei Giovani Democratici e rappresenta sicuramente uno dei volti nuovi del futuro della sinistra italiana. A 14 anni, dice a Donna Moderna, costrinsi i miei genitori ad accompagnarmi ad un comizio di Romano Prodi. Come dire: la politica ce l’ho nel Dna. A maggio scorso, malgrado la sua prima volta in una competizione impegnativa come quella delle Europee, Cerroni ha raccolto qualcosa come 35mila preferenze. “Questo governo è una grande occasione per il Partito democratico – sottolinea -. In particolare ci sono tre sfide tutte da giocare e da vincere. La prima si chiama Europa: l’Italia può tornare protagonista e sviluppare un piano di crescita dei Paesi del Sud dell’Unione, quelli spesso considerati più poveri. Poi chiediamo maggiori opportunità professionali per i ragazzi: per esempio, un piano di assunzioni nella Pubblica amministrazione, che va rivoluzionata. Quindi, servono dipendenti giovani, super competenti e proiettati al futuro. Infine la parità di genere, con le donne protagoniste sul lavoro. Qui le ricette sono due: l’equità del salario e il congedo parentale”.
L.P.