«Invece di farne diminuire il numero, con gli abbattimenti lo si sta facendo aumentare». Lo afferma, senza tuttavia citare dati e fonti certe e scientificamente dimostrabili o confutabili, il professor Andrea Mazzatenta dell’Università d’Annunzio di Chieti, intervistato dal quotidiano on line del Vastese, Zonalocale.
Non nuovo a sostenere posizioni simili, il docente universitario insiste nel dire che «uno dei problemi della diffusione del cinghiale è che la pressione selettiva su questo animale porta ad attuare strategie riproduttive differenti dalla norma della biologia della specie».
Lo studioso riferisce di aver avvistato e fotografato nel Vastese e nei pressi di Vasto in particolare, dei piccoli (non cuccioli, i cuccioli stanno nella cuccia, ndr) di cinghiali le cui dimensioni fanno stimare la nascita intorno al Ferragosto, a suo avviso completamente fuori stagione: «Questo a riprova del fatto che la pressione antropica porta ad una elevata riproduzione di questi animali». Sparare ai cinghiali senza studi scientifici alla base e soprattutto senza censimenti locali, secondo il professor Andrea Mazzatenta, è solo un espediente messo in campo dalla politica «per ottenere un effetto calmante importante nell’opinione pubblica». «Poi però a lungo termine non si hanno i risultati voluti, anzi il problema si amplifica».
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