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  • Battaglia per l’ospedale, Sciullo: «Noi ci siamo, ma dove sono gli eletti e le istituzioni?»

    AGNONE – Non ci sta la portavoce del comitato civico “Il cittadino c’è”, Enrica Sciullo, a passare come quella che ha issato la bandiera bianca nella battaglia per la salvezza dell’ospedale cittadino. Nei giorni scorsi la stampa locale ha fatto notare una evidente differenza tra quello che sta succedendo a Termoli, in merito alla “vertenza” punto nascita, e quello che invece si registra ad Agnone. A Termoli duemila persone in piazza; in Alto Molise, nei mesi scorsi, la Caritas e il vescovo Claudio Palumbo riuscirono a trascinare in strada, per lo stesso diritto alla salute da difendere, meno di cento anime. Se non è rassegnazione questa… Ma la Sciullo non ci sta e replica decisa: «Rassegnazione? Non direi. Piuttosto come comitato ci stiamo coordinando ed organizzando con tutti i movimenti della regione. Ma naturalmente, manchiamo, almeno noi de “Il Cittadino c’è”, di informare e comunicare quanto si sta facendo. Scusate se siamo persone con famiglie, lavoro, impegni come tutti e a volte il tempo non c’è per i comunicati». Insomma, non è vero che il comitato un tempo simboleggiato da un lupo che mostra i denti si è arreso. “Il cittadino c’è” è ancora in trincea, anche se non si vede sinceramente, ma non ha tempo di mandare comunicati stampa per informare l’opinione pubblica di quello che sta facendo. Come se per scrivere un post su Facebook o per postare qualche foto ci volesse un intero ufficio stampa. «Noi continuiamo testardamente a lottare, – aggiunge la Sciullo – e non siamo stati eletti da nessuno. Per inciso, ci siamo da oltre dieci anni. Dove sono, invece, coloro che dovrebbero tutelare la comunità, quelli eletti democraticamente? – chiede polemicamente la portavoce del comitato, evidentemente all’indirizzo dell’amministrazione comunale di Agnone e dei suoi esponenti di centrodestra – Per essere chiari quelli che dovrebbero avere ben chiare le priorità? Coloro che istituzionalmente sono deputati a farlo? Quando arriveranno? A giochi fatti?».

    Francesco Bottone

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