«Ecco il risultato di una Regione incapace di opporsi ad animalisti e ambientalisti, dirigenti e politici che hanno paura financo della propria ombra, incapaci di copiare da altre Regioni che forti di sentenze del Consiglio di stato hanno restituito dignità all’attività venatoria con aperture e chiusure che ripristinano attività venatorie con le specie stanziali e con le specie migratorie, ridando dignità al cacciatore e alla sua passione».
Caustico commento del presidente provinciale dell’ArciCaccia del Chietino, Angelo Pessolano, all’uscita del calendario venatorio partorito dalla Giunta e dai tecnici regionali dell’Abruzzo.
«Nel guardare il calendario dell’Abruzzo, balza agli occhi la presa per i fondelli di una preapertura inutile alle specie cornacchia grigia, gazza e ghiandaia; due giornate inutili, anzi utili a istigare al bracconaggio. – riprende Pessolano – Proseguiamo, in settembre, sino al trenta, con la sola aggiunta del merlo canterino, mentre in altre regioni si cacciano tortore, fagiani, quaglie e anche anatidi. Si sa, l’Abruzzo non merita questo, i suoi cacciatori sono come pecore guidate da cani da pastore, le associazioni venatorie poi non si fanno rispettare e si concentrano solo nel cercare di distruggere le altre consorelle».
«Sono ormai anni che abbozziamo, senza protestare, unite, ma ognuna per conto proprio, magari alla ricerca del contentino. – va avanti Pessolano – La Regione ha imparato: tiene buoni i cinghialai e massacra le altre cacce».
E ancora: «Settembre ormai non esiste più sul calendario, gennaio dimezzato. Sono riusciti a ridurre il calendario a tre mesi. A loro, Regione e associazioni venatorie, sta bene così. Basta che hanno novanta giorni per i cinghiali. Il resto è superfluo. La regione finge di ascoltare tutti, convoca, fa parlare, fa esporre le proprie richieste anche per iscritto e poi fa come meglio gli pare. Non sarebbe il caso di bloccare questo scempio e ricorrere noi al Tar avverso a questa schifezza di calendario venatorio? Resta solo il cinghiale. Speriamo che lo si distrugga presto, tanto verso quella strada stiamo andando a passo veloce. Spara oggi, spara domani, spara in selezione, spara in controllo, spara in girata e in braccata. Anche i cinghiali finiranno e forse solo allora ci sveglieremo tutti e faremo in modo di farci rispettare da politici, dirigenti, animalisti e ambientalisti che con la loro incapacità stanno distruggendo la caccia in Abruzzo».
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