RICEVIAMO dalla Copagri Abruzzo e pubblichiamo la seguente nota a firma del presidente regionale Camillo D’Amico.
Condividiamo e sosteniamo l’iniziativa assunta da alcuni Sindaci dei comuni del Sangro e dell’Aventino per protestare contro i ritardi che si stanno accumulando nel prendere decise e durature azioni tese a ridurre sensibilmente il numero dei cinghiali presenti nel territorio e portarli ad un dato numero fisiologicamente sostenibile ed accettabile.
Siamo vicini ai Sindaci ed alla loro sacrosante e giuste motivazioni non certo per mera circostanza in quanto il comparto agricolo è parte lesa in tutta questa irrisolta vicenda unitamente a quella della incolumità dei cittadini.
A loro sentiamo di suggerire solo di allargare ed includere la partecipazione a questa corale rivendicazione di maggior tutela e salvaguardia perché il problema è generale sull’intero territorio Abruzzese e non localizzato solo nel Sangro e nell’Aventino.
Alla Regione Abruzzo torniamo a chiedere celerità e determinazione per incidere in concreto su una materia che deve trovare soluzioni plurali e partecipate dove le responsabilità nelle azioni e nelle decisioni debbono essere condivise e partecipate affinchè nessuna parte della filiera istituzionale e della rappresentanza del mondo agricolo, venatorio ed ambientalista possa sentirsi esclusa così da chiamarsi strumentalmente fuori da questa impari lotta quotidiana.
Abbiamo apprezzato l’approvazione definitiva del Consiglio Regionale delle modifiche al regolamento così come l’iniziativa di avviare gli abbattimenti con il selecontrollo sull’intero territorio regionale anche se riscontriamo ritardi in alcuni Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.).
E’ utile subito far partire la caccia di controllo nelle aree di riserva e tutela ambientale e cominciare anche quella tante volte promessa anche dal relativo assessorato all’Ambiente ed ai Parchi di procedere ad una cattura sistematica dentro questi spazi importanti per l’economia agricola ma anche per la vitalità del turismo.
Dalle catture ed dagli abbattimenti sistematici oltre che un salutare contributo al contenimento numerico dei cinghiali, che farebbe il paio con l’aumento della sicurezza dei cittadini e del reddito degli agricoltori, potrebbero nascere virtuose iniziative imprenditoriali atte a costruire delle filiere produttive che genererebbero delle concrete opportunità di lavoro.