Lo smantellamento della sanità alto-molisana ha prodotto due risultati deflagranti per il territorio: la perdita di 250 posti di lavoro e la negazione del diritto alle cure per i residenti. Questo dato di fatto ha accumunato il centrodestra, che governa la Regione dal 2000, e la breve parentesi del governo centro-sinistra-destra di Frattura.
La cosa gravissima e incomprensibile è che i colpevoli dei nostri mali sono stati anche premiati dal voto: la dignità, la perdita di valore degli immobili, i pericoli legati al vivere nei territori interni, i figli che vanno via, sono stati sacrificati in cambio di miserie, del diritto scambiato per favore, delle solite promesse che non si realizzeranno mai. Cosa ancora più grave l’atteggiamento delle amministrazioni comunali di Agnone, nessuna esclusa che, per motivi diversi, hanno taciuto o accennato solo una flebile protesta per i danni irreparabili al nostro territorio, con la collateralità di partiti e associazioni civiche sorte proprio a difesa del territorio.
Il Partito democratico locale, unico con una propria struttura, brilla per l’assenza di qualsiasi posizione in merito, accetta di avere in maggioranza personaggi che vanno alle cene elettorali del centro-destra e votano anche palesemente a destra. Il risultato cittadino di Caterina Cerroni è uno dei prodotti di questa ‘marmellata’.
Non meglio hanno fatto i movimenti civici sorti a difesa dell’ospedale, trampolino di lancio per qualche salto in politica, poi assenti dai radar per lunghi periodi, quindi riapparsi con iniziative alquanto discutibili. Nei prossimi giorni la cittadinanza dovrebbe accorrere ad un incontro pubblico (10 aprile, ndr) per apprendere qual è la Sanità per l’Alto Molise, forse più un amarcord su quella che era, visto che oggi non esiste più.
Un epilogo doloroso che sta finendo in farsa, se non fosse che si gioca sulla pelle dei cittadini: dopo lo smantellamento del presidio di Montagna (previsto solo sulla carta), del laboratorio di Analisi, della cucina, ecc. abbiamo dovuto subire l’umiliazione dell’ambulanza che arriva da Trivento per prelevare chi va al pronto soccorso.
Relatore unico Daniele Saia, che da sindaco si è prodotto caparbiamente nel fallimentare “dialogo” con la Regione. Probabilmente questa tattica gli è stata utile, come sostengono alcuni esponenti di centro-destra, per farlo eleggere alla presidenza della Provincia di Isernia, ma per il territorio non ha prodotto alcun beneficio, anzi è stata altamente nociva, con aggravio di perdite.
Un doroteismo ante litteram, che non ha pagato e non ha posto le basi su alcuna programmazione di ripresa economica e occupazionale. Stranamente, all’incontro pubblico non sono stati invitati il Presidente della Regione e gli assessori che dovrebbero rispondere delle loro azioni e neanche chi, come Andrea Greco, unico consigliere regionale alto molisano, e altri questo territorio e il suo ‘ospedale’ lo stanno difendendo strenuamente.
E’ evidente che qualcosa non torna. Il civismo libero e indipendente, nell’interesse pubblico e statutario, non è al servizio di nessuno e chiama tutti i soggetti utili alla causa, senza guardare alla casacche di partito. Un cittadino qualsiasi e di buon senso farebbe così. Altrimenti, è dalla parte sbagliata. O no?
La redazione