I dati ufficiali non sono stati ancora resi noti, ma dalle indiscrezioni che circolano tra le squadre di cinghialai che operano sul territorio dell’Ambito territoriale di caccia del Vastese il trend, dopo due mesi dall’apertura, è assolutamente negativo. Gli abbattimenti sono crollati. Le squadre escono a caccia, ma nonostante l’impegno e lo sforzo profuso non trovano animali. Questo almeno riferiscono le squadre che battono i territori del comprensorio interno del Vastese.
La sensazione diffusa è di una sensibile diminuzione dei cinghiali sul territorio. Gli unici animali scovati sono grossi verri, solitari, che sempre più spesso attaccano e feriscono i segugi. E proprio tra gli ausiliari dei cacciatori si contano già diversi decessi.
I branchi di cinghiali, o meglio le “mandrie” composte da trenta o più animali, non si vedono più. Il fenomeno non ha ancora una spiegazione certa, perché, come detto, i dati ufficiali non sono ancora disponibili, certo è che la diminuzione è sensibile e acclarata, confermata da molte delle squadre di cinghialai che operano sul territorio dell’Alto Vastese. Per trovare animali bisogna scendere a valle, quasi fino alla costa del Vastese.
Si ipotizza il concorso di una serie di fattori che pare aver decimato la specie fino a pochi anni fa presente in maniera massiccia e problematica su tutto il territorio dell’Atc Vastese. Dalla predazione ad opera dei lupi, che tuttavia si concentra sulle classi giovani, in particolare i piccoli ancora striati, alle operazioni di prelievo da parte dei cacciatori e operatori che praticamente vanno avanti da anni senza soluzione di continuità, tra caccia in braccata, selezione e controllo ad opera della Polizia provinciale e dei suoi ausiliari.
Un trend che, se confermato dai dati ufficiali che prima o poi saranno resi noti dalla Regione, smentirebbe clamorosamente le tesi, più o meno supportate da riscontri scientifici, secondo le quali il prelievo venatorio farebbe aumentare la popolazione di cinghiali.