«A Villacanale, come in tutto l’Alto Molise, il “turismo di ritorno”, tanto per ricorrere all’uso di una terminologia propria del moderno marketing territoriale, è una realtà consolidata, grazie a tutti coloro che, a prescindere dall’età e talvolta nonostante impedimenti di natura oggettiva, “materializzano” un qualsiasi pretesto pur di ritornare in terra natìa, e non concepiscono neanche lontanamente la possibilità che un giorno il cordone ombelicale che li tiene saldamente legati alle proprie radici possa essere reciso. Giunge pertanto come un fulmine a ciel sereno la notizia che, non da impedimenti di natura personale, bensì da fattori esterni, possa essere loro inibita la possibilità di far ritorno, anche solo per qualche settimana, alle proprie abitazioni d’origine».
Inizia così la vibrante protesta di Giuliano Policella, presidente dell’associazione culturale Nuova Villacanale, in merito al “caso” del reparto dialisi dell’ospedale di Agnone. Lo ha denunciato la segretaria dell’Aned Abruzzo e Molise, Marina Stoppani, nei giorni scorsi e proprio su queste colonne: a causa della solita carenza di personale il reparto dialisi dell’ospedale di Agnone non assicurerà il servizio salvavita ai turisti. Un divieto che, di fatto, impedirà ai dializzati originari dei vari centri montani dell’Alto Molise e del vicino Vastese di far rientro nei paesi natale anche per qualche settimana in estate. Nei giorni scorsi una lettera aperta, indirizzata ai vertici dell’Asrem, è stata sottoscritta da una decina di pazienti dializzati che vivono in altre zone d’Italia, ma vorrebbero rientrare in Alto Molise in vacanza. Senza quel servizio, però, sarà loro preclusa questa possibilità. E anche il sindaco di Capracotta, Candido Paglione, ha alzato la voce rispetto a questa problematica giudicata «vergognosa».
Ora è l’associazione Nuova Villacanale a prendere posizione: «Si avverte ancor più un senso di delusione e frustrazione, misto ad un sentimento di ingiustizia, nell’apprendere che la causa di tale ostacolo possa derivare dalla dichiarata impossibilità, da parte dell’azienda sanitaria pubblica molisana, a garantire un servizio di primaria necessità, come è quello relativo all’assistenza dei dializzati presso l’ospedale di Agnone, oltretutto per ragioni organizzative che potrebbero essere superate con un minimo di disponibilità/flessibilità. – accusa Giuliano Policella – Delusione e frustrazione, dunque, per una situazione di disagio assolutamente evitabile e comunque risolvibile, volontà permettendo degli organismi politico-amministrativi preposti; ingiustizia, avvertita nei confronti di un Ente regionale che ostenta, nei proclami, una spiccata cultura dell’accoglienza turistica – affidata sovente nella realtà solo al buon senso, al calore e alle capacità ricettive del popolo molisano – ma che nega nei fatti ad alcuni suoi figli, e ai rispettivi familiari, il diritto di poter far ritorno all’amata terra per un periodo di soggiorno più o meno prolungato. D’altronde, – continua il presidente Policella – nonostante l’impegno profuso dagli operatori, lo smantellamento progressivo della sanità regionale è sotto gli occhi di tutti, e i cittadini molisani ogni giorno si trovano a dover fare i conti con disservizi che rischiano di mettere a repentaglio la loro salute».
Se i sindaci di zona, invece di deporre corone di alloro davanti all’ospedale, magari impugnassero davanti ad un Tribunale amministrativo le mancanze e le macroscopiche lacune dell’Asrem, probabilmente non si sarebbe costretti ad assistere a questi spettacoli che sono la cartina al tornasole delle sorti ormai segnate di un intero territorio. «Non resta, pertanto, che unirci all’appello accorato di sindaci, cittadini e associazioni locali, nel richiedere con forza la rimozione di quelle cause ostative – nella fattispecie l’impraticabilità del Centro Dialisi dell’Ospedale di Agnone per i richiedenti aventi diritto in assenza di adeguato organico infermieristico – che gettano discredito sull’immagine dell’intera Regione, e contribuiscono a rendere l’Alto Molise sempre più una chimera poco appetibile ai turisti in cerca di nuove destinazioni, ma anche per coloro che non rinuncerebbero per nessuna ragione al mondo di dovervi rinunciare. – chiude Policella – Siamo certi che il buon senso non potrà che prevalere nelle scelte dei decisori politici, nella convinzione che, soprattutto in questa fase storica, una giusta ripartenza non possa prescindere da un’unità d’intenti che vede Istituzioni e cittadini marciare auspicabilmente nella stessa direzione».