«Andiamo alla fonte e vediamo se tutto ciò e realtà o, come giustamente dice qualcuno, sono solo canzonette elettorali». Il comitato civico per la riapertura del ponte Sente, il sodalizio bi-regionale coordinato, in qualche modo, dal portavoce Giorgio Iacapraro, affila le armi e chiede, staremmo per scrivere pretende, un incontro con il capo compartimento Anas Abruzzo – Molise e con la Provincia di Isernia. Parliamo del comitato che portò in Prefettura, a Isernia, qualcosa come settecento firme di imprenditori e semplici cittadini, sia dell’Alto Molise, che dell’Alto Vastese, per chiedere la riapertura immediata, a senso unico alternato, del viadotto nell’immediatezza della sua inopinata chiusura al traffico disposta frettolosamente dal settore tecnico della Provincia pentra.
E nelle ultime ore, proprio per convogliare e incanalare idee e forze, il comitato ha aperto una pagina social e una chat che ha già richiamato, in poche ore, diverse centinaia di partecipanti. Tra questi anche il consigliere provinciale in carica, l’ingegnere Franco Marcovecchio, personaggio pubblico dunque, secondo il quale: «Il ponte non andava assolutamente chiuso. Magari andava fatto, allora, un traffico leggero o un senso unico alternato». Le cose andarono diversamente, perché la Provincia, dopo il crollo del “Morandi” a Genova, forzò la mano, forse nella speranza di attingere a qualche pingue finanziamento, e dispose la chiusura al traffico veicolare e pedonale parlando, nero su bianco, di un «imminente rischio crollo». Chiaramente Marcovecchio non era consigliere provinciale all’epoca, cinque anni fa, e non ebbe dunque alcuna responsabilità sulla decisione di produrre quella ordinanza di chiusura firmata dal responsabile tecnico dell’ente, ma il cui “mandante” politico fu l’ex presidente Lorenzo Coia.
Tra gli altri personaggi pubblici del comitato per la riapertura del viadotto Sente compare anche Pompeo Petrella, medico per anni al “Caracciolo” di Agnone, oggi in pensione e attuale presidente del comitato cittadino “Art.32 Alto Vastese”, quello impegnato nella rivendicazioni del diritto alla salute e alle cure mediche per chi vive nella “terra di mezzo” tra Abruzzo e Molise. Anche Petrella dice «sì» all’incontro con i dirigenti della Provincia e dell’Anas, ma va anche oltre: «Si potrebbe pensare alla possibilità di far valutare, con dati alla mano, lo stato del viadotto da altro tecnico esperto, ovviamente non dipendente Anas». Riprende, il dottor Petrella, una vecchia proposta del portavoce Iacapraro, quella appunto di far fare una contro perizia da opporre a quanto messo nero su bianco dal tecnico venafrano incaricato, all’epoca, dalla Provincia.
Proprio sulla base di quella relazione tecnica, firmata dall’ingegner Di Cristinzi di Venafro, l’ente di via Berta emanò l’ordinanza di chiusura al traffico del viadotto. «Sarebbe stato da criminali non chiudere il viadotto Sente-Longo. – dichiarò alla stampa, all’epoca, l’ingegnere di Venafro – Continuare a tenere aperto nelle condizioni in cui versa il secondo ponte più alto d’Europa, e nella fattispecie la terza pila in cemento, era un rischio troppo grosso che non ci potevamo più permettere». Parere tecnico che potrebbe essere confutato solo da un altro ingegnere, evidentemente dopo accertamenti e studi approfonditi, non sulla base di una semplice ispezione visiva e dei documenti disponibili relativi al progetto dell’imponente struttura viaria. Una contro perizia, dunque, questa è una delle richieste che arriva dal mondo dei comitati civici; resta da capire chi pagherebbe quella prestazione professionale. «Molti viadotti, dopo il crollo di Genova sono stati ispezionati e consolidati, – chiude Petrella – ma nessuno è ancora chiuso dopo cinque anni. Cerchiamo di mettere fine a questo scandalo».
I più informati del comitato civico, tuttavia, assicurano che un progetto di messa in sicurezza sarebbe pronto per maggio prossimo. E questo confermerebbe quanto dichiarato dall’onorevole D’Alfonso. Entro l’anno corrente, dunque, sperando che le procedure non trovino intoppi, dovrebbero essere consolidate almeno le pile del viadotto, stando a quanto appreso, per le vie brevi, dal comitato civico. Questo consentirebbe una riapertura parziale al traffico, con riduzione di carreggiata, così come avviene in decine se non centinaia di altri casi di viadotti con cantieri aperti, come ad esempio attualmente sulla fondovalle Trigno. Indiscrezioni che, tuttavia, necessitano di essere confermate dalle due sole entità che possono farlo, l’Anas appunto e la Provincia di Isernia. Ecco dunque la richiesta di “udienza” del comitato guidato da Giorgio Iacapraro.