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  • Diritti negati, l’urlo della Chiesa: “Riaccendiamo la questione delle aree interne”

    AGNONE.La nostra fiaccolata silenziosa del 10 dicembre, nella Città di Agnone, servirà a far sentire il nostro dolore e le nostre preoccupazioni a chi ha il dovere di garantire anche nelle cosiddette “zone interne” il diritto pieno a una vita  dignitosa”. E’ con questo incipit che don Alberto Conti, direttore della Caritas diocesana di Trivento invita alla mobilitazione le popolazioni delle aree interne che ormai da anni vivono una condizione di isolamento, tagli ai servizi, diritti negati. Non a caso la manifestazione si svolgerà nel giorno in cui ricadono i settant’anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani promulgata dall’Assemblea delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, tre anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, per dire che è nella universalità dei diritti lo scudo più efficace contro la barbarie di ogni conflitto.

    La solenne dichiarazione viene oggi ancora contraddetta e irrisa in molte parti del mondo – riprende don Alberto Conti -. Per questo, la Caritas di Trivento vuole perciò richiamare tutti all’impegno e alla responsabilità, perché dovunque, in tutti i paesi e per tutti i popoli, siano rispettati i diritti umani e tutelata la dignità di ogni individuo, con particolare attenzione alle persone più fragili ed esposte, come i bambini e le donne verso cui continuano a compiersi abusi e violenze di ogni tipo. Guardiamo ai diritti negati nei paesi più poveri e apprendiamo con indignazione le quotidiane violazioni del principio che la “Dichiarazione” afferma nel suo articolo 3: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona”. E guardiamo anche come, in un contesto quale il nostro, nei nostri territori, siano compromessi i diritti che la Costituzione assicura a tutti i cittadini della nostra Repubblica, non importa dove vivano e risiedano”.

    Diritti compromessi quali sanità, scuola, trasporti che stanno annientando un’intera area a cavallo tra il Molise e l’Abruzzo tra l’indifferenza generale di istituzioni e classe politica, la quale a proclami, promesse non fa seguire i fatti,  contribuendo all’inarrestabile fenomeno dello spopolamento.  “Dobbiamo riaccendere la Questione delle aree interne – riprende don Alberto Conti –  e pretendere che anche nei territori di montagna siano garantiti i diritti di cittadinanza: una buona sanità con un presidio ospedaliero adeguato; la messa in sicurezza delle strade; una scuola che assicuri a tutti il diritto allo studio; una fiscalità di vantaggio per sostenere le poche attività imprenditoriali e commerciali che ancora resistono, le facilitazioni per aiutare le spese di riscaldamento delle famiglie, che nelle zone di montagna pesano enormemente nel bilancio di casa.

    Torneremo a chiedere un patto per il lavoro per favorire e sostenere la nascita di cooperative, aziende, e attività lavorative di singoli cittadini. Chiederemo che siano fatti investimenti per  dare ai nostri paesi la connettività veloce portando da per tutto la banda larga e la fibra ottica. Sono i nostri diritti – sottolinea ancora il sacerdote, fondatore della scuola di Formazione all’impegno sociale e politico ‘Paolo Borsellino’ –  sono i diritti che dobbiamo riconquistare se vogliamo offrire a tutti, e particolarmente ai più giovani, l’opportunità di scegliere di restare qui, nei paesi nei quali sono nati e che hanno bisogno per vivere della loro energia e della loro intelligenza”. La fiaccolata, aperta a tutti e senza bandiere e simboli di partiti politici, inizierà alle ore 18 davanti alla chiesa della parrocchia di  Maria Santissima di Costantinopoli per proseguire per le vie della città, passerà davanti all’ospedale “San Francesco Caracciolo” e sarà conclusa con un   messaggio del vescovo di Trivento, Claudio Palumbo.

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