C’erano una volta le donne del latte. Donne che, quotidianamente, con i loro bidoni, prendevano il treno e si recavano dalle campagne alle città, per garantire che nelle case dei cittadini non mancasse mai il latte fresco. Donne che ogni giorno, con amore e dedizione, portavano avanti una tradizione. Donne coraggiose e caparbie, impegnate nel settore dell’agricoltura e dell’allevamento. Oggi le donne del latte non sono più le stesse. Sono sognatrici, sono rivoluzionarie, sono tecnologiche, sono imprenditrici, ma incarnano ancora tutta l’essenza dell’antica arte casearia e trasmettono ancora la stessa grande passione per questo mestiere. In un campo tradizionalmente considerato maschile, nel tempo le donne si sono fatte largo grazie al loro grande impegno e alla promozione delle pari opportunità.
Questo ha reso possibile una conduzione femminile, rivelatasi spesso innovativa e resiliente, capace di scommettere su se stessa, scoprendo sorprendenti capacità gestionali e non solo. Un antico caseificio ad Agnone ne è l’emblema evidente. Una realtà artigianale, quella dei Di Pasquo – raccontata dalla nota rivista Vanity Fair https://www.vanityfair.it/article/caseificio-di-pasquo-donne-sorelle-azienda-femminile – che, generazione dopo generazione, si è tinta di rosa, in cui l’empowerment femminile è il motore in grado di muovere il presente e scrivere il futuro, in un’ottica di trasformazione del marchio, per renderlo ancora più moderno e contemporaneo. Un’azienda che, in occasione dell’8 marzo, vuole celebrare tutte le donne che fanno parte di questo sogno imprenditoriale, raccontando come essere casare sia ancora oggi una scelta precisa presa con convinzione e audacia. Un lavoro fatto di forza, di perseveranza, di sfide, in grado di plasmare artigianalmente la materia prima in delizie. Una vera e propria filosofia di vita.
Dalla produzione all’attività manageriale – portata avanti oggi dalle quattro sorelle: Donatella, Debora, Fabiola e Martina (terza generazione della famiglia) – il Caseificio agnonese, ora più che mai, punta sulla formazione, sullo sviluppo del know-how e si concentra sull’incremento di possibilità per le donne, abbattendo barriere e pregiudizi e valorizzando il talento femminile.
“Il settore ancora oggi è visto come un ambito lavorativo prettamente maschile e spesso ci si deve scontrare con pregiudizi e scetticismo, soprattutto quando ad avere le mani in pasta sono giovani donne. Ma la realtà dei Di Pasquo, che ho la fortuna di vivere ogni giorno, dimostra che non conta il genere e l’età. Per imparare questo lavoro, per svolgerlo al meglio e crescere con lui e per lui, le uniche cose che contano sono la passione, la curiosità, l’impegno e soprattutto la tenacia cosa che a noi donne di sicuro non manca. Sono fiera di questo mestiere e dell’azienda che rappresento” dichiara Alessia Piccone del Controllo qualità dello stabilimento altomolisano.
“Le donne hanno un valore inestimabile per la nostra produzione. Ad esempio, la stracciata – un unicum nell’arte casearia in quanto latticino simbolo della tradizione altomolisana – viene eseguita interamente a mano, senza l’ausilio di nessun macchinario. Nel fare la stracciata c’è un momento magico: le mani che si congiungono e si allontanano ricordano quelle dello sposo che tende la mano alla sua amata per invitarla a danzare. Crediamo nel potenziale di ciascuna dipendente e in quello che le donne possono costruire insieme”, commenta Amelia Iarusso direttore di Produzione e Ceo dell’azienda nata nel Dopoguerra.