Nei giorni scorsi ha raccontato la sua storia a Radio Colonia, l’emittente che dal 1961, in Germana, riporta notizie in italiano. Il prossimo 3 ottobre, Donato Pollice compirà 100 anni ed è uno dei migranti italiani più anziani nella nazione teutonica. Nato a Capracotta dove fino a pochi anni fa tornava a bordo della sua auto, Pollice è stato intervistato da Luciana Mella alla quale ha raccontato la sua vita. Una esistenza fatta di sacrifici che all’età di appena 8 anni lo vedono spedito in Puglia nelle vesti di pastore. Quipassa anni difficili, in solitudine, confinato tra le campagne, gli animali nonché la terra da coltivare. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale è già sotto le armi, arruolato nel reparto di Artiglieria contraerea. Inviato in Libia, viene fatto prigioniero dagli americani e mandato, come internato militare, a lavorare in Gran Bretagna.
Al suo rientro in Italia riprende prima il lavoro nelle campagne e poi come spaccapietre non lontano dal suo paese. Si sposa, mette su famiglia, nascono due figli, ma la condizioni economiche sono sempre troppo precarie e incerte. Ed è così che nella primavera del 1960, a quasi quarant‘anni, decide di mettersi in viaggio verso la Germania. Dichiarato idoneo alla visita al centro di reclutamento di Verona, viene destinato ad una cava di pietre a Raumünzach, piccolo centro a 1700 metri d’altezza nella Foresta Nera. Ci rimane otto mesi, fino alla fine del suo contratto stagionale, alloggiato in una baracca senza acqua corrente e servizi igienici. Nonostante guadagni bene, quel lavoro non fa per lui. E così si cerca un’altra occupazione fino a quando non viene assunto in una fabbrica di carta che in seguito gli permetterà di acquistare due case. Dalla sue parole che possono essere ascoltate cliccando sul link https://www1.wdr.de/radio/cosmo/programm/sendungen/radio-colonia/italmondo/donato-pollice-100.html traspare la grande amarezza per aver dovuto abbandonare il suo Paese che tuttavia continua ad amare nonostante la lontanza.