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  • Gioco d’azzardo e ludopatia, il Molise tra le regioni con maggiori criticità

    Gli italiani nel 2025 hanno “investito” complessivamente circa 170 miliardi di euro nel gioco nella sua globalità, il 7,2% del Pil nazionale. Circa 2.800 euro a persona. Principalmente nel gioco d’azzardo, ma anche in scommesse, lotterie, Lotto, Gratta e vinci (una cinquantina di tipologie), Bingo (200 le sale in Italia), giochi numerici a totalizzatore (Superenalotto, Win for life), apparecchi da intrattenimento.

    L’importo, in costante crescita da anni (escluso il 2020, a causa della pandemia che ha annientato l’apporto delle sale fisiche) supera le spese nazionali per la sanità e per l’istruzione.

    La parte del leone è incarnata dal gioco online con circa 100 miliardi di euro, con in testa le scommesse sportive e quelle generiche (betting exchange, la “borsa delle scommesse), seguite da giochi di carte e casinò. Meno rilevante – circa 70 miliardi (di cui mediamente il 75% rientra nelle tasche degli utenti) il ruolo delle sale fisiche, come i bar e i tabaccai, dove più della metà dei “giocatori” ricorre al “Gratta e vinci”, seguiti dalle scommesse sportive e dal Lotto.

    Circa 11,5 miliardi di euro finiscono nelle casse dello Stato.

    Sono le stime elaborate dall’Ufficio comunicazione dell’Unsic, prendendo anche in considerazione le molteplici ricerche prodotte delle ultime stagioni da Adm, Cgil, Cnr, Eurispes, Federconsumatori, Imco, Iss, Isscon, Istat, Libera, Nomisma. Trova conferma la rilevanza del mercato del gioco d’azzardo in Italia, tra i più ingenti in Europa.

    I dati sono stati diffusi in occasione della presentazione del libro “Skin player” di Massimo Persia, medico di origini molisane (Bagnoli del Trigno) specializzato nelle dipendenze e per due decenni responsabile del SerD di Tivoli-Guidonia, una delle maggiori strutture del settore in Italia. Il volume, oltre ad affrontare la ludopatia anche in termini di diagnosi psicoclinica, approfondendo i meccanismi di neurobiologia, si sofferma in particolare sul mercato dei videogiochi, molti altamente dannosi e con transazioni in denaro.

    Il dottor Massimo Persia, tra i massimi esperti in materia

    L’analisi dell’Unsic evidenzia non solo come il Mezzogiorno – in testa Campania, Sicilia e Calabria – sia l’area dove si spendono più soldi per il gioco, ma anche come molte località turistiche del Nord Italia – zona dei laghi di Garda e di Como e costa ligure – siano diventate vere e proprie “oasi” per gli scommettitori.

    Se la Lombardia è la regione con il più alto volume assoluto di spesa pari a 27 miliardi di euro, seguita da Campania (22 miliardi, con la più forte presenza dell’online), Lazio (17), Sicilia (16), Puglia (12, con consistente quota dell’online) ed Emilia Romagna (11), in termini di spesa pro capite primeggiano i campani, seguiti da abruzzesi, molisani, calabresi e siciliani (secondi nell’online), tutti sopra i tremila euro medi all’anno.

    Il Molise, in questo quadro, registra indici di gioco molto più altidella media nazionale. Secondo i dati Federconsumatori riferiti al 2024, l’importo medio pro capite delle giocate sul complesso della popolazione residente è stato d2.146 euro per il gioco nei luoghi fisici (rispetto a 1.563 di media nazionale)mentre l’indice dei conti attivi online è di0,39 contro la media nazionale di 0,34I ludopatici in regione sono circa novemila(su una popolazione di circa 286mila residenti), per un costo sociale di circa 10 milioni di euroDa registrare i picchi in alcuni piccoli comuni, come ha evidenziato la ricerca “L’azzardo online nei piccoli comuni italiani” di Federconsumatori, con Ururi e San Martino in Pensilis con gli indici più elevati.

    “Non è facile distinguere la sottile linea tra il gioco come puro intrattenimento e la patologia – spiega il dottor Massimo Persia, tra i massimi esperti in materia. “Si calcola che in Italia ci siano circa 1,5 milioni di giocatori patologici, con un rilevante aumento di giovani. Ciò conferma l’importanza di ascoltare gli adolescenti anziché giudicarli. E di promuovere giochi formativi, educativi e riabilitativi rispetto a quelli predominanti, violenti o a sfondo sessuale”. Parola di esperto.

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