AGNONE – «L’ospedale di zona disagiata deve avere in più di quanto previsto dalla normativa almeno il rianimatore H24. Il rianimatore in servizio deve essere in carico all’ospedale hub di riferimento. Ma l’ospedale di zona disagiata deve avere una caratteristica fondamentale: deve stare in una zona disagiata. Agnone ha il diritto di avere l’ospedale di zona disagiata. Atessa, Guardiagrele e il resto no. Per questi altri territori gli ex piccoli ospedali devono essere riconvertiti in presidi territoriali con posti letto per la cronicita».
Senza peli sulla lingua Fioravante Di Giovanni (primo da destra in foto, ndr) già direttore sanitario del distretto sanitario di base di Castiglione Messer Marino, oggi a capo dell’ospedale di Casoli sempre nel Chietino. Il dirigente medico interviene così, con un commento pubblico ad un un articolo, sul dibattito che da giorni ormai va avanti su queste colonne. Dibattito trasformatosi in polemiche perché ad Atessa, praticamente in collina e a due passi dalla fondovalle Sangro e dal mare, l’ospedale cittadino ha avuto riconosciuto lo status di presidio di area disagiata, mentre in Alto Molise questo non è ancora accaduto. Non è facile immaginare una zona più disagiata e depressa dell’Alto Molise: senza strade, ponti chiusi, condizioni meteo che in inverno diventano proibitive a differenza di quanto accade ad Atessa che ha una viabilità migliore, ha lo sbocco sulla fondovalle Sangro e soprattutto sta in collina quindi la neve la vede con il contagocce. Ma siccome anche in sanità le decisioni sono esclusivamente politiche, non di buonsenso, ecco che siamo arrivati al paradosso che un ospedale di collina a due passi dalla costa e dagli ospedali maggiori viene riconosciuto come presidio di area disagiata, mentre ad Agnone il “Caracciolo” è ancora sotto la spada di Damocle dei tagli e dell’impoverimento progressivo dei reparti.
Di Giovanni: «Ad Agnone spetta davvero l’ospedale di area disagiata, ad Atessa no».
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