AGNONE. La partita sulla salvaguardia dei piccoli ospedali di montagna si gioca a Roma e non in Molise dove il governo centrale ha mandato un liquidatore con il compito di razionalizzare la rete ospedaliera senza tener conto delle esigenze delle popolazioni che abitano il territorio. Un disegno ormai noto che in molti fanno finta di non recepire. E’ il pensiero espresso dal sindaco di Capracotta, Candido Paglione che nei mesi scorsi ha incontrato il commissario ad acta Angelo Giustini il quale gli avrebbe confessato la sua mission. “E’ venuto per chiudere gli ospedali” ha detto senza giri di parole Paglione, intervenuto alla partecipata assemblea pubblica convocata nella sala dell’oratorio francescano dal comitato Il Cittadino c’è. “A Roma si va per sbattere i pugni e portare proposte serie e non per accontentarsi di recepire deroghe che lasciano il tempo che trovano. Se oggi la sanità molisana è costretta a giocare al ribasso – ha sostenuto Paglione davanti la platea – è perché in questi anni abbiamo avuto una classe politica non all’altezza della situazione di tutelare gli interessi dei molisani e soprattutto di chi vive nelle aree interne”. Sulla drammatica situazione che attanaglia il ‘Caracciolo’, Paglione ha puntato il dito verso la giunta comunale agnonese. “Una telefonata, l’istituzione di un tavolo permanente coinvolgendo i sindaci dell’area – ha ammesso rivolgendosi al sindaco Marcovecchio – non sarebbe stato sbagliato. Recarsi dal prefetto o al ministero con una presenza massiccia di primi cittadini pronti a dimostrare di subire quotidianamente ingiustizie dal punto di vista della tutela della salute, sicuramente avrebbe avuto un peso specifico maggiore di quanto accade in queste settimane”. Dopo le accuse, l’ex consigliere regionale ha lanciato un messaggio di ottimismo. “A livello centrale si è aperta una nuova stagione politica che sta riportando i territori periferici, quelli del nostro Appennino, al centro del dibattito con una strategia ben precisa la quale metterà sul tavolo importanti investimenti per il rilancio, non vedo perché non si possa intavolare una discussione in merito i servizi in ambito sanitario, ma ripeto la partita si gioca a Roma. Seppur flebili ci sono dei segnali che confermano una inversione di tendenza che porta sempre più persone ad abbandonare le grandi città per vivere in centri minori dove la qualità della vita è decisamente migliore”. Applauditissimo l’intervento del vice sindaco di Vastogirardi, Filippo D’Aloisio che ha chiesto ai sindaci dell’alto Molise la riconsegna immediata delle fasce tricolori. “Non ci sono altre strade per far valere i nostri diritti – ha esordito -. Non c’è più tempo, bisogna fare in fretta perché ci stanno ammazzando a poco a poco”. Proposta che alla fine è stata messa ai voti e ha riscosso la stragrande maggioranza di adesioni come pure la possibilità di una grande manifestazione di popolo avanzata dal sindacalista del Soa, Andrea Di Paolo o un referendum popolare per essere ammessi all’Abruzzo, l’idea partorita da Enrica Sciullo, portavoce del comitato Il Cittadino c’è. In sala anche una delegazione dei comitati a tutela delle strutture pubbliche di Campobasso e del Basso Molise che con l’ex primario del Pronto Soccorso di Isernia, Lucio Pastore hanno attaccato la Regione Molise per i finanziamenti che concede alle strutture private di Neuromed e Cattolica. “Da Agnone deve partire la lotta che tuteli tutte le strutture pubbliche del Molise, limitarsi a farla solo per il Caracciolo sarebbe un errore e un assist a chi ci governa” le parole di Pastore che in passato ha prestato servizio nell’ospedale altomolisano.
Commissione d’inchiesta – E’ quella invocata da Luciano D’Agostino, camice bianco in servizio nel reparto di Medicina del Caracciolo, sui fondi concessi dalla Regione alle strutture private. D’Agostino, al quale il 14 novembre scadrà il contratto, ha chiesto venga fatta luce su pratiche economiche poco chiare che favoriscono i “soliti noti” a danno di strutture pubbliche che nel frattempo vengono smantellate.
La mozione del M5s – Tra i presenti non poteva mancare il consigliere regionale del M5s Andrea Greco che ha annunciato la presentazione di una mozione in Regione a tutela del Caracciolo. “E’ necessario e per questo stiamo lavorando anche con i tavoli romani, in particolare con il sottosegretario Pierpalo Sileri, affinché all’ospedale di Agnone venga confermato lo statusdi area particolarmente disagiata come riconosciuto nel Pos 2015-2018. A riguardo abbiamo impegnato il governatore Donato Toma a prendere una netta posizione sulla vicenda che rischia di precipitare da un momento ad un altro”.
La Chiesa grande assente – Malgrado l’eco mediatico registrato alla vigilia dell’incontro, a disertare l’assemblea è stata la diocesi di Trivento con in testa il vescovo, Claudio Palumbo. “Ne prendiamo atto” hanno dichiarato gli organizzatori, mentre più di qualcuno ha ricordato le battaglie sociali messe in atto senza alcuna remora contro l’allora classe politica, da monsignor Antonio Santucci che probabilmente passerà alla storia come l’ultimo vescovo amico del territorio e dei più deboli.