di Enzo C. Delli Quadri
Scrivo attingendo ai miei studi, alle mie conoscenze e alle mie esperienze decennali. Non sono in alcun libro paga delle varie nazioni belligeranti. Il mio, quindi, è un pensiero libero, autonomo, indipendente. Non posso dire altrettanto di quello che ascolto dai tanti roboanti commentatori televisivi durante la narrazione della guerra Russia-Ucraina. Da una parte e dall’altra, li vedo come quinte colonne di pensieri e interessi maturati altrove per cui il confronto diventa solo una offensiva e controffensiva Nato-Russia con ipocriti attori che, in nome di una pace giusta ma eterea, dicono di non schierarsi ma in effetti si schierano più degli altri.
Dicevo del mio pensiero libero. Esso è basato su due pilastri fondamentali: il primo riguardante il sistema politico che regge una società e il secondo che si rifà alla cultura dei popoli. Scrivendone intendo dimostrare come la posizione della Russia, al netto di propagande, sia profondamente sbagliata.
Comincio con il primo pilastro: sistema politico.
Senza entrare nel particolare, il Sistema Politico è l’insieme delle istituzioni legali formali che costituiscono un “governo” o uno “stato”. Le forme più note, tra quelle in cui il potere è nelle mani di una sola persona, sono: Dittatura, Monarchia, Plutocrazia, Stato di polizia, Oligarchia, Tirannia, Tecnocrazia; tra quelle in cui il potere è nelle mani di nessuno: Anarchia, Tribalismo; tra quelle in cui lo Stato assomma tutto il potere: Stato Socialista, Stato Comunista, Repubblica Sovietica, Socialismo di Stato; tra quelle che sono l’espressione di un popolo: Democrazia Partecipativa, Democrazia Diretta, Repubblica Parlamentare, Repubblica Presidenziale, Repubblica Semipresidenziale.
Basta leggere il titoli per comprendere di cosa si tratti e, senza doverci riflettere troppo, torna alla mente una famosa frase di Winston Churchill: la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora.
La conseguenza di questa semplice ma inattaccabile verità è che la Dittatura che Putin ha imposto al popolo russo è decisamente pericolosa. Si dice, impunemente, che la Russia sta difendendo il suo territorio e i suoi interesse come gli Usa hanno fatto a Cuba o altrove. Si dimentica di dire che in USA c’è una democrazia: al Bush o al Regan o a Trump supposti “guerrafondai” si alternano, ogni 4-8 anni, i Kennedy, i Clinton, gli Obama, democratici convinti. Eventuali errori vengono corretti. Nelle Dittature non c’è alternanza, per decenni. Eventuali errori restano permanentemente sul terreno. Questo dovrebbe valere più di ogni altra considerazione.
Passo al secondo pilastro: la cultura dei popoli.
Qui mi sovvengono due elementi fondamentali: l’Illuminismo e il Romanticismo
L’Illuminismo è passato a significare genericamente qualunque forma di pensiero che voglia “illuminare” la mente degli uomini, ottenebrata dall’ignoranza e dalla superstizione, servendosi della critica, della ragione e dell’apporto della scienza. “Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell’Illuminismo” (Immanuel Kant, 1784). Nato in Inghilterra nel XVIII secolo, si estese ben presto in tutta l’Europa e raggiunse anche l’America.
Si innervò sulla cultura che già prevaleva in Europa, quella che aveva avuto origine nell’antica Grecia e nell’Antica Roma poi pervasa e dominata dal Cristianesimo
La fiducia nel potere della ragione portò a negare valore alla fede religiosa e all’autorità come fonti di verità. È l’uomo stesso fonte di giustizia e verità e, in quanto tale, tutti gli uomini sono, in linea di principio, uguali. Se sono uguali, devono avere gli stessi diritti e la libertà di esercitarli. L’illuminismo, quindi, introduceva il principio di uguaglianza e di libertà. Questa è oggi la cultura dominante in Occidente. A questi principi si sono adeguati tutte le nazioni della Nato e, dopo, il 1991, con la caduta dell’URSS, anche ex paesi del Patto di Varsavia. Ad essi aspira l’Ucraina ex-paese sovietico.
Come reazione all’Illuminismo, cioè alla razionalità, il Romanticismo contrappone la spiritualità, l’emotività, la fantasia, l’immaginazione. In particolare, all’universalismo dell’illuminismo, il romanticismo contrappone una rivalutazione delle specificità dell’individuo, che su grandi dimensioni, cioè a livello di stato e comunità, assume l’aspetto del nazionalismo, contribuendo così alla formazione della coscienza nazionale. Inoltre, con il Romanticismo c’è il ritorno alla religiosità e alla spiritualità: oltrepassando i limiti della ragione stabiliti dagli illuministi, l’uomo romantico cerca stabili supporti nella fede e nella conseguente tensione verso l’infinito.
È in questo brodo culturale che cuoce il pensiero della Grande Madre Russia, supernazionalista. Molti dei comportamenti di Putin si spiegano meglio, senza improbabili letture psicoanalitiche, proprio alla luce di questa concezione della Russia e del suo posto «speciale» nel mondo.