Un debito con la Regione Abruzzo di quasi 70mila euro cadauno, e non perché hanno chiesto un prestito, ma perché con una delibera di Giunta il Governo D’Alfonso ha deciso di eliminare i 4 euro l’ora di indennità di rischio in formula retroattiva. E’ quanto successo alle Guardie mediche abruzzesi che si sono viste prima decurtare lo stipendio e poi hanno ricevuto la richiesta di recupero delle somme percepite dalla Regione Abruzzo, estesa anche agli eredi.
Si tratta di circa 400 unità in tutta la regione, sono medici di continuità assistenziale, ovvero quel personale che lavora nelle guardie mediche che sono aperte tutta la notte e nei giorni festivi. In Abruzzo rappresentano un valore aggiunto irrinunciabile, soprattutto in quelle aree interne che sono poco servite dagli ospedali maggiori e che risultano ancor più isolate dalle politiche di depotenziamento e chiusura che ha investito i grandi ospedali d’Abruzzo.
Il motivo di questo taglio incondizionato è una semplice richiesta di spiegazione su questa indennità di rischio ritenuta utile nel 2006 e che avrebbe dovuto colmare tutte le carenze relative alla sicurezza sul posto di lavoro. Una richiesta di delucidazioni da parte della Corte dei Conti a seguito della quale la Giunta regionale ha preferito disporre l’interruzione della stessa.
“E’ un provvedimento ingiusto” spiega Domenico Pettinari vice presidente della commissione sanità di Regione Abruzzo, nel corso della conferenza stampa tenutasi alla presenza anche del consigliere Sara Marcozzi e di numerosi medici di continuità “noi dovremmo valorizzare questi medici che ricordiamolo non sono i “ricchi” del settore. Stiamo parlano di personale che lavora in condizioni a volte estreme, in orari impossibili e che percepisce stipendi assolutamente normali. Ancora una volta” continua Pettinari “il Presidente D’Alfonso sceglie di penalizzare il personale medico. Anche in altre regioni è stato chiesto un accertamento su queste spese e al massimo si è interrotta l’erogazione, ma assolutamente senza una formula retroattiva, addirittura estesa agli eredi, che rischia di mettere in ginocchio intere famiglie. Inoltre” incalza Pettinari “il provvedimento che ha assegnato i 4 euro in più l’ora risale allo scorso governo PD, dunque il Presidente prima di chiedere un risarcimento retro attivo ai lavoratori che sono attori passivi in queste scelte, dovrebbe eventualmente richiedere le somme percepite dai medici di guardia a chi le ha autorizzate e quindi alla Dirigenza di quegli anni e all’organo politico dell’epoca, del quale alcuni sono attivi decisori in questo frangente”.
“Il Governo, autore di tagli sulla sanità senza precedenti, dovrebbe piuttosto valorizzare queste professionalità che rappresentano l’ultimo avamposto per il diritto alla salute. Ho presentato un’interrogazione regionale” conclude il consigliere 5 stelle “con la quale chiedo di revocare la delibera in cui si richiedono i soldi a questi medici e di interrompere la sospensione delle indennità, in attesa che si pronunci definitivamente la Corte dei Conti e non sulla base di una normale richiesta di chiarimento. Se la Corte si pronuncerà dichiarandola illegittima l’eventuale danno lo paghi chi lo ha causato, non certo i medici di guardia ai quali va tutto il nostro apprezzamento per il lavoro che svolgono”.
“Stupisce” aggiunge il consigliere regionale Sara Marcozzi “la solerzia e lo zelo con cui il Presidente Luciano D’Alfonso ha dato seguito a una semplice richiesta di chiarimento della Corte dei Conti mentre lo hanno lasciato del tutto indifferente le diffide al suo Governo, molto più pesanti, della stessa Corte relative alla mancata approvazione dei rendiconti di Regione Abruzzo che ha messo in ginocchio i conti della Regione. Sono tutti ligi con i conti degli altri! Siamo di fronte a decenni di mal governo che prosegue con il governo del Presidente D’Alfonso e anche questi ne sono i frutti.”