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  • Medico umanitario in Africa, la nuova missione di Michele Notario

    CAPRACOTTA. Un medico è medico per sempre. E così Michele Notario (nella foto) stimatissimo, gentilissimo professionista altomolisano ha deciso di dire “basta” e chiudere dopo oltre 38 anni quale medico condotto ed ufficiale sanitario di Capracotta e dieci svolti anche a Pescopennataro come medico di Medicina Generale, il suo ambulatorio medico. Lo farà esattamente il 31 dicembre prossimo a “66 anni e tre mesi” tiene a precisare portati egregiamente. Ma Michele Notario non sarà il solito medico in pensione, anzi. E’ pronto a mettere a disposizione di chi soffre la propria esperienza. E’ per questo che ha già iniziato un corso di formazione a Roma che lo porterà poi nel corso del 2015, dopo tutte le vaccinazioni necessarie, ad essere medico umanitario in Africa.

    “Ho amato fare il medico a Capracotta e sono stato orgoglioso di poter dire dovunque “sono il medico di Capracotta” –scrive nella sua missiva di congedo Notario. “Ho trascorso insieme ai miei pazienti e non, quasi quaranta anni della mia vita professionale. In questi anni –aggiunge il medico- ho sempre cercato di fare del mio meglio. Ora si aprirà per me la stagione dei ricordi che, nel tempo, diventeranno sempre più belli. Nel momento più bello ed emozionato di questa decisione il mio pensiero è rivolto a mia madre e soprattutto alla mia famiglia amatissima che ho costruito a Capracotta. A loro la mia infinita gratitudine per l’affetto, il conforto ed il sostegno che mi hanno dato. Ora è il momento dell’addio e come si dice a Capracotta “se Dio vorrà sarò ancora insieme a voi” ma come semplice cittadino. Intanto m’appresto a vivere un’altra esperienza, un altro impegno professionale e umanitario in Africa”. E la riconoscenza del popolo capracottese a Michele Notario è infinita. E certamente la quiescenza del professionista non passerà inosservata neanche a livello Comunale.

    Il sindaco Antonio Monaco saprà come dire “grazie” al “vecchio doc” che ha speso una vita al servizio degli ammalati e dei sofferenti.

    Vittorio Labanca 

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