Nelle scorse settimane, nella zona universitaria della Città di Campobasso, un ignoto individuo in due distinti episodi aveva molestato sessualmente due ragazze.
L’uomo, indicato come un giovane di circa 30 anni, alto 1.75, capelli corti castani, corporatura magra, con addosso un paio di scarpe da lavoro sporche di fango e una tuta da lavoro, dopo aver seguito le giovani studentesse, le aveva toccate nelle parti intime, allontanandosi dopo la loro istantanea reazione e l’intervento di un passante che aveva visto la scena.
Le immediate indagini della Polizia di Stato, avviate in zona dalla Squadra Volanti, non consentivano di rintracciare l’uomo che nel frattempo si era dileguato.
Tuttavia, venivano acquisite le immagini di telecamere private della zona che inquadravano l’uomo descritto dalle denuncianti.
Dal momento che l’attività investigativa rischiava di non produrre risultati e di lasciare impuniti i due episodi, previa autorizzazione della Procura della Repubblica di Campobasso, dato l’allarme sociale derivante da quanto accaduto, venivano diramati – a mezzo stampa e tv – i fotogrammi dell’autore dei reati, con richiesta di collaborazione ai cittadini per addivenire all’identificazione del soggetto riprodotto nelle immagini delle telecamere acquisite.
Giungeva qualche giorno dopo una telefonata a personale della Squadra Mobile della Questura di Campobasso, proveniente da un Commissariato di P.S. di una città emiliana, nella quale un soggetto originario della Provincia di Campobasso, avendo visto sui media molisani le fotografie del presunto molestatore, in forma anonima aveva fornito indicazioni su chi potesse essere l’uomo immortalato dalle telecamere della zona universitaria campobassana diffuse dalla Polizia.
Venivano quindi immediatamente attivate le indagini sul nominativo in questione, che andavano ad aggiungersi alle decine di segnalazioni giunte al 113.
Occorre precisare che dopo i fatti del 17 ottobre 2016, la Squadra Mobile riapriva le indagini su querele, presentate negli ultimi due anni a Campobasso senza aver portato all’identificazione dell’autore dei reati, che avevano modalità similari e descrizioni dell’autore compatibili con il soggetto immortalato recentemente dalle telecamere. Anche in questi casi un soggetto sorprendeva giovani donne per strada, spesso studentesse universitarie, le seguiva, aggredendole alle spalle, palpeggiando le vittime nelle parti intime. L’analisi delle denunce che avevano analoghe caratteristiche per tipo di reato, modus operandi e tipologia di vittima, consentiva di individuare una ristretta zona della città in cui si erano verificati con particolare cadenza gli eventi delittuosi, zone di solito frequentate da studenti universitari.
Gli agenti della Squadra Mobile stringevano il cerchio intorno ad un ragazzo della provincia di Campobasso, classe 1994, operaio edile. La Polizia recuperava e sequestrava gli indumenti indossati dall’uomo il 17 ottobre e questi, una volta in Questura, si assumeva le sue responsabilità per un episodio, di cui cercava di fornire una fantasiosa giustificazione.
Successivi approfondimenti investigativi, coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Campobasso dott. Nicola D’Angelo, facevano emergere altri episodi di aggressione di cui l’uomo si era reso protagonista in passato.
Intanto veniva ricostruito un altro tentativo di violenza sessuale (il terzo), avvenuto sempre la mattina del 17.10.2016 in zona universitaria, in cui l’uomo aveva bloccato alle spalle un’altra studentessa universitaria, simulando un gesto sessuale e palpeggiandola. Anche qui, l’intervento di un testimone aveva messo in fuga il molestatore. La ragazza che precedentemente non aveva nemmeno avuto la forza di presentare la denuncia, riconosceva il suo aggressore, ossia lo stesso dei due eventi avvenuti in quella mattinata.
La Polizia di Campobasso riusciva ad addebitare al molestatore identificato anche altri tentativi di violenza sessuale.
Le modalità dell’approccio sessuale e l’aggressione si ripeteva sempre sulla base dei soliti canoni ormai consolidati.
Il responsabile delle nove aggressioni documentate veniva denunciato all’A.G. e sarà sottoposto all’iter del procedimento penale che si è aperto a suo carico. Inoltre, l’uomo confessava, in presenza del suo avvocato di fiducia PIUNNO Angelo del Foro di Campobasso, di aver consumato altri reati similari, preso, a suo dire, da irrefrenabili ed incontrollabili istinti sessuali, per i quali manifestava la volontà di sottoporsi alle cure del caso.
E’ doveroso rivolgere un ringraziamento a tutti i cittadini che, per senso civico, hanno contribuito con le loro segnalazioni a individuare l’autore dei reati e ad assicurarlo alla giustizia.