AGNONE – Un articolo del NYT che invita a visitare il Molise a livello mondiale come meta per il 2020 sicuramente è una pubblicità e nessuno lo mette in dubbio. La transumanza, le verdi praterie, le montagne, il mare, siti archeologici, manifestazioni e buona cucina, tutto bello per chi legge. Stressati dalle città metropolitane, inquinamento, cementificazioni e tecnologie confusionarie, ecco che nel lettore sale l’emozione e la voglia di staccare la spina, andare in Molise? Lo ha detto il Nyt e il copia e incolla che fa da eco. Sulle bellezze naturali, gastronomiche e storiche è la verità. Noi che il Molise lo abbiamo nel sangue sappiamo bene che significa guardare un tramonto dalle montagne di Capracotta, Campitello Matese, passeggiare a piedi o a cavallo nei boschi o ammirare oltre che a raccogliere tra gli uliveti e le colline i frutti della terra. I pascoli e le spiagge che in vari casi sono da vero quadro d’autore. I caciocavalli, i brodetti di pesce e altre specialità gastronomiche sono il top. Peccato che: in Molise c’è uno spopolamento apocalittico, con i servizi pubblici all’osso e a favore di alcuni privati e noti della politica nostrana, sanità con ospedali e servizi smantellati, trasporti da delirio, scuole dimezzate, strade assurde e ponti chiusi o impraticabili, il treno da Campobasso a Roma che al famoso 20 bis a cherosene fa da concorrenza al vaporetto della transiberiana, disoccupazione bestiale con il fallimento dello zuccherificio del Molise, Gam, Ittierre e chi più ne ha più ne metta e altre aziende che hanno e continuano a ingurgitare soldi pubblici per poi fuggire. Scarichi in mare , antenne e pali eolici selvaggi, materiali inquinanti sotterrati, chimici. Intanto da Termoli a Venafro il tasso di mortalità dovuto ai tumori da vari anni è alle stelle, siti archeologici abbandonati, nel maggiore dei casi alcuni studi provengono da volontari, studenti universitari o associazioni libere. In merito all’articolo dei sogni del New York Times il presidente della regione Molise dichiara all’Ansa testuali parole: «Le cose non accadono per caso»; infatti su queste parole siamo d’accordo, naturalmente noi le riferiamo alla situazione reale di disagio che vive la popolazione e lo ripetiamo: «Le cose non accadono per caso» e aggiungiamo che questo è il risultato di una politica becera e accomodante in primis regionale che «non a caso» da anni ad oggi sta facendo tabula rasa dei diritti e della dignità dei molisani, spesso impauriti e ricattati .
New York Times o no questa è la realtà per chi ci vive quotidianamente. Benvengano i turisti a valorizzare quello che è rimasto di buono, ma non prendiamoci per i fondelli. C’è il Molise per chi lo sogna; c’è il Molise per chi lo vive amaramente; c’è il Molise da cambiare.
Andrea Di Paolo