Durante il servizio perlustrativo finalizzato alla prevenzione e repressione di reati in genere, i militari della Stazione Carabinieri di Gambatesa (CB), mentre si trovavano sulla SS 645 Fondovalle Tappino, precisamente in contrada Varana del Comune di Gambatesa (CB), incrociavano un’autovettura Audi A3, di colore nero, con due persone a bordo, uno dei quali subito riconosciuto come soggetto di interesse operativo.
Il conducente, alla vista dell’autovettura di servizio e dei militari che gli intimavano l’alt, aumentava subito la velocità di marcia; atteggiamento che faceva da subito insospettire i militari della locale Stazione che, repentinamente, risalivano a bordo dell’auto di servizio, invertivano il senso di marcia e inseguivano l’auto in direzione Campobasso, cercando di raggiungerla nel massimo rispetto della sicurezza degli avventori della strada.
Gli occupanti del mezzo, resisi conto di essere seguiti dalla pattuglia che insistentemente gli intimava l’ALT anche mediante l’attivazione dei dispositivi di sicurezza acustici e visivi (sirena, lampeggianti e fari abbaglianti), invece di fermarsi, aumentavano la velocità per far perdere le proprie tracce, imboccando una strada secondaria e giungendo alla contrada Peschete del Comune di Campodipietra.
Nel frattempo i militari allertavano la Centrale Operativa del Comando Compagnia Carabinieri di Campobasso segnalando l’inseguimento in corso e chiedendo, al contempo, rinforzi al fine di bloccare quel mezzo in fuga verso Gildone (CB) e Ferrazzano (CB).
L’inseguimento durava circa 15 minuti per un percorso di circa 20 chilometri, fino a raggiungere contrada Colli di Ferrazzano, dove l’autovettura in fuga veniva intercettata da una pattuglia della Sezione Radiomobile del Comando Compagnia Carabinieri di Campobasso, nella proprietà privata di uno dei due soggetti a bordo.
Durante l’inseguimento, il conducente dell’Audi A3 effettuava una serie di manovre finalizzate a impedire il controllo di polizia, invadendo più volte la corsia opposta di marcia, procedendo ad alta velocità anche nelle strette e scivolose strade interpoderali, i cui limiti di velocità sono di 30 Km/h, così come indicato dalla segnaletica verticale presente. In taluni casi, sfiorava le autovetture che procedevano in senso contrario di marcia, effettuando sorpassi in curva, ponendo deliberatamente in pericolo, con una guida oggettivamente pericolosa, l’incolumità degli utenti della strada.
Intercettata l’auto, i militari riuscivano però finalmente ad identificare, a esito di rapidi accertamenti, anche gli occupanti, un 40enne di Ferrazzano ed un 20enne di Campodipietra, subito dopo sottoposti a minuziose perquisizioni sia personali che domiciliari; la perquisizione veicolare sull’autovettura Audi A3, sortiva esito positivo consentendo il rinvenimento di un buon quantitativo di sostanze stupefacente del tipo cocaina ed eroina, tutto sottoposto a sequestro penale.
Il magistrato di turno, reso edotto di tutto quanto avvenuto e minuziosamente documentato dai carabinieri delle Stazioni di Mirabello Sannitico, di Gambatesa e della Sezione Radiomobile di Campobasso, abilmente coordinati, specie durante l’inseguimento, dagli operatori della Centrale Operativa di Campobasso, avallava in toto la ricostruzione prospettata e decideva per l’arresto a carico due dei soggetti per i reati di detenzione ai fini di spaccio e per resistenza a pubblico ufficiale; gli stessi venivano inoltre multati per aver ‘evaso’ la “zona rossa” e per le numerose infrazione al Codice della Strada commesse nel tentativo di fuga.
A esito di ulteriori accertamenti sui due arrestati infine, corso mattinata odierna, i militari della stazione di Mirabello Sannitico avevano modo anche di deferire in stato di libertà uno dei due (il 40enne residente a Ferrazzano) in quanto responsabile altresì di indebito percepimento del reddito di cittadinanza e false dichiarazioni per ottenere l’ammissione al gratuito patrocinio; questi infatti, tramite autocertificazioni, in particolare aveva chiesto ed ottenuto il reddito nonostante fosse stato sottoposto tempo addietro agli arresti domiciliari per altri reati; inoltre aveva omesso di indicare all’INPS parte del suo patrimonio immobiliare di cui è comproprietario il cui valore è notevolmente superiore al limite consentito per ottenere il predetto sussidio: queste false dichiarazioni gli avevano consentito di percepire indebitamente negli ultimi mesi circa 11.500 euro che ora dovrà restituire.