Non c’è mai fine al peggio. Dopo la chiusura delle cucine dell’ospedale San Francesco Caracciolo, con l’esternalizzazione del servizio, un’altra tegola pesantissima si abbatte sul presidio agnonese. Infatti, l’unica dirigente biologa in forza al laboratorio Analisi, la dottoressa Carla Marinelli, ha rassegnato le proprie dimissioni. A denunciare la problematica il sindacato Cisl Fp che chiede nuovo personale da inviare nella struttura.
“Il nuovo anno parte nel peggiore dei modi – esordisce in una nota Bruno Delli Quadri della Cisl -. A seguito delle dimissioni della dottoressa Marinelli datate 7 dicembre 2023, nel laboratorio Analisi del Caracciolo è in servizio un unico tecnico che da solo si trova a fronteggiare tutte le attività per soddisfare le esigenze dell’utenza con esami urgenti dei reparti e la manutenzione del Poct nonché delle strumentazioni del laboratorio stesso. Così il lavoro è gestito a distanza dai dirigenti medici di Isernia che ‘pretendono’ l’invio dei dati entro determinati orari che non sempre possono essere rispettati viste le urgenze giornaliere – rimarca Delli Quadri, che poi aggiunge –. Vista la situazione è auspicabile prevedere l’invio a rotazione di medici in forza in altre strutture ad Agnone in particolare per garantire l’attività di vacatio lasciata dalla dottoressa Marinelli”.
Inoltre, il sindacalista che ha scritto ad Asrem, ricorda come il tribunale del lavoro di Teramo ha dichiarato “illegittimo far lavorare il tecnico di laboratorio in solitudine senza collaborazione indispensabile del dirigente che deve rendere fruibile, mediante la sua validazione clinica, i risultati derivanti da quella tecnica”. Ed ancora, con sentenza numero 50 del 3 febbraio 2021, lo stesso tribunale abruzzese ha dichiarato “indispensabile la presenza fisica del laureato di laboratorio nello svolgimento della propria attività lavorativa di certificazione del dato tecnico e di formulazione dei relativi giudizi valutativi e, per l’effetto, è illegittimo prevedere che il tecnico di laboratorio operi da solo, senza la collaborazione del medico, perché di fatto di vedrebbe accollato di responsabilità che non gli competono”.
“Qualora questa organizzazione sindacale – conclude Delli Quadri – non dovesse ravvedere segnali tangibili alla risoluzione dei problemi esposti, si vedrà costretta a ricorrere in ogni sede come accaduto in altre Asl”.