Da martedì 14 aprile ripartono le attività silvicolturali, codice ateco 2. «Da dieci giorni lo avevano chiesto al Premier e al Governo, ai Parlamentari, l’Aiel, il Conaf (Dottori Agronomi Forestali), il Conaibo, l’Uncem con moltissimi Comuni montani. E dunque, secondo il nuovo Dpcm in arrivo, sono consentite le attività di silvicoltura e utilizzo aree forestali, industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili), fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio, fabbricazione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura, fabbricazione di trattori agricoli, fabbricazione di altre macchine per l’agricoltura, la silvicoltura e la zootecnia; il commercio all’ingrosso di fertilizzanti e di altri prodotti chimici per l’agricoltura. Bene, – secondo Uncem – anche la ripartenza delle cartolerie e dei beni per bambini e infanzia».
Uncem aveva sottolineato negli ultimi giorni che i boscaioli erano la categoria meno esposta di tutte, in tutto il mondo e così su Alpi e Appennini, al contagio. Così era stato ribadito anche da Inail e ieri sera nella conferenza stampa della Protezione Civile. «Lo abbiamo detto al Governo, al Capo della Protezione Civile Borrelli, alla Ministra Bellanova, ai Ministri Patuanelli e Boccia, che ringraziamo. Insieme con tanti Parlamentari che sono intervenuti per sostenere il riavvio delle attività silvicolturali in una fase decisiva, in particolare nelle aree colpite da Vaia – afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem – Avevamo visto giusto e il lavoro fatto con Conaibo, Aiel, Conaf, Sisef, tante Associazioni come Legambiente, ci ha dato ragione. Ora il lavoro riparte. Le Regioni possono sbloccare altri 15, 20 giorni di taglio del ceduo e liberare delle opportune risorse economiche sui Programmi di Sviluppo Rurale. I Psr e i fondi nazionali FSC della coesione, possono dare ossigeno al settore. Intanto, lavoriamo per la piena attuazione del moderno e fondamentale Codice forestale, la legge per dare un senso a 11 milioni di ettari di bosco nella quale crediamo insieme alle datoriali e anche a organizzazioni come Federlegno Arredo con cui Uncem è pronta a definire un nuovo patto a vantaggio dei territori e dello sviluppo della montagna anche in tempi di coronavirus, guardando oltre l’emergenza».