Il “caso panchina arcobaleno” o panchina “imbrattata” alimenta il dibattito anche tra gli intellettuali della cittadina. Ad intervenire è Italo Marinelli, medico e giornalista, che in sostanza sposa le posizioni dei Giovavi Dem, ma invita l’amministrazione comunale guidata da Daniele Saia e della quale è componente attiva la consigliera Michela Cerbaso, a fare qualcosa di più concreto rispetto alla mera installazione di una panchina, sia pure simbolica, alla Ripa.
«Ovviamente sto coi giovani. – esordisce Marinelli – I simboli sono importanti ed è stata importante e significativa la scelta di colorare di arcobaleno una panchina della Ripa. Un segno di civiltà, un richiamo ai diritti fondamentali della persona, come quelli della piena e consapevole libertà in campo sessuale e affettivo troppo a lungo repressi e perseguitati, tutt’altro che acquisiti. Mi permetto però qualche considerazione “a latere”. – argomenta l’intellettuale agnonese – L’anonimato, che più volte indirettamente rampognano i giovani democratici, non è espressione di viltà o oscurità, ma semplicemente una prassi giornalistica per la firma di quelli che venivano definiti “corsivi”, pezzi ironici o polemici di cui era maestro, sulla vecchia Unità, il grande Fortebraccio.
In secondo luogo vorrei ricordare loro che, se i simboli contano, sono certamente più importanti i fatti e le scelte politiche concrete. – aggiunge Marinelli – Mi aspetto, in altri termini, l’adozione da parte dell’amministrazione comunale da loro sostenuta, di politiche attive per la parità di genere».
Chiaro l’invito del pediatra e giornalista: «Fatti e non solo simboli». «E mi aspetto anche una valutazione critica sull’operato dei vertici del loro partito, il PD, che ha appena inserito nel governo nazionale tre ministri tutti uomini, capicorrente, in dispregio alla tanto declamata parità. Ha fatto molto meglio, in merito, il vecchio Berlusconi, a cui notoriamente le donne sono sempre piaciute…» chiude ironicamente Marinelli.