«La decisione da parte del Governo di sospendere l’attività venatoria nelle zone arancioni e rosse è insensata e controproducente. La proliferazione incontrollata dei cinghiali, sommata al diffondersi tra di essi della peste suina rischiano di creare danni incalcolabili agli allevamenti e mette a rischio l’incolumità dei cittadini.
Nella mia proposta di legge in materia di gestione della fauna selvatica problematica, ho evidenziato l’utilità del ruolo svolto dai cacciatori e ora torno a ribadirlo affinché si prevengano i problemi invece di doverli arginare affannosamente. Proprio a fronte del diffondersi della peste suina è a maggior ragione doveroso garantire lo svolgimento dell’attività venatoria, nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza, dal distanziamento sociale all’uso della mascherina, anche nei territori non classificati come gialli, consentendo ai cacciatori di fornire il proprio prezioso contributo».
E’ quanto dichiara l’onorevole Maria Cristina Caretta, deputata di Fratelli d’Italia, in merito allo stop alla caccia ai cinghiali nelle zone classificate gialle e rosse dal Ministero della Salute.