Il parto è stato travagliato, ma alla fine pare che Anas e Provincia di Isernia abbiano trovato un accordo, quello che permetterà di avviare la fase progettuale della messa in sicurezza del viadotto “Longo”, quello sul Sente chiuso al traffico da due anni ormai. Lo aveva annunciato, giorni fa, il consigliere regionale Andrea Greco e lo ha ribadito nelle ultime ore il presidente della Provincia di Isernia, Alfredo Ricci: «Anas mi ha chiesto di dare il mio ok alle modifiche apportate, sulla base delle prescrizioni del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, alla convenzione che avevamo già concordato nei mesi scorsi. – ha spiegato – Ho già inviato ad Anas nota di riscontro con cui do il mio ok anche a queste ultime modifiche e chiedo, ancora una volta, di avere tutti gli allegati alla convenzione da firmare. In questo modo potremo firmare la convenzione che comprende il testo concordato e i due allegati che finora Anas non mi ha inviato».
I due allegati di cui parla il presidente Ricci sono precisamente il quadro economico e soprattutto il cronoprogramma. La Provincia, dunque, non è ancora entrata in possesso di questi due documenti, anche se visto la gestione passerà ad Anas non si capisce bene cosa l’ente guidato da Ricci debba farci con il quadro economico e il cronoprogramma. Firmo io, firmi tu, firma l’Anas, firma la Provincia, però serve anche la firma del Ministero, ma i soldi non bastano più, sono queste le presunte novità di una “vertenza” ponte Sente che si trascina da due anni. L’unica cosa certa è che serve un altro finanziamento perché, come il presidente Ricci va ripetendo da mesi, i famosi due milioni di euro stanziati dall’allora ministro Toninelli saranno assorbiti completamente dalla sola progettazione degli interventi di messa in sicurezza.
Due milioni per la progettazione, ma poi, per realizzare i lavori, serviranno altri soldi, tanti soldi, si ipotizza un impegno economico di dieci-dodici milioni di euro. Uno sproposito, secondo alcuni, visto l’uso marginale del viadotto da parte di una comunità che a causa dello spopolamento va gradualmente assottigliandosi in numero. Dove reperire questi dieci o dodici milioni di euro? Questo è problema. Vale la pena spendere quella cifra astronomica su un’opera ingegneristica ormai obsoleta e che, in previsione, avrà bisogno di una costante e costosa manutenzione a fronte di un utilizzo appunto marginale? Queste sono le domande che si pongono i politici e gli amministratori di zona.
Nel frattempo il ponte resta chiuso, da due anni e un mese ormai, anche se qualche furbetto ha trovato il modo di utilizzarlo almeno parzialmente, rimuovendo le barriere installate dagli operai della Provincia all’imbocco del versante abruzzese.
E con l’approssimarsi dell’inverno, considerando che la ex statale Istonia, cioè il percorso alternativo, sarà difficilmente percorribile a causa del maltempo, torna in auge la proposta dei comitati civici nati ad hoc e di centinaia di imprenditori e semplici cittadini: riapertura parziale del viadotto, a senso unico alternato magari, con semafori e sensori installati per monitorare costantemente e in tempo reale da remoto la situazione statica e dinamica dell’imponente struttura.
Perché in inverno è sicuramente meno pericoloso attraversare il ponte sul Sente che rischiare la vita in mezzo alla bufera e con due metri di neve sulla “mulattiera” in quota, oltre i mille metri, che da Castiglione Messer Marino conduce al bivio di Secolare verso Agnone e l’Alto Molise.
Francesco Bottone