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  • Regionali, Linda Marcovecchio (Udc) “tradita” dalla sua maggioranza in Comune  

    AGNONE – Gira e rigira i conti non tornano. In casa centrodestra, ad Agnone, si respira un’aria pesante  intorno al risultato che ha portato il vice sindaco, Linda Marcovecchio a catalizzare appena 225 preferenze a fronte dei 798 voti registrati nella cittadina dall’intera coalizione guidata da Domato Toma. E così gli agnonesi che non hanno votato M5s e centrosinistra,  invece di appoggiare la candidatura di un esponente locale, hanno preferito apporre la croce su candidati “esterni”. Un dato che pone ad un’attenta riflessione se solo si torna indietro di qualche anno, quando, la lista di Lorenzo Marcovecchio conquistò Palazzo San Francesco sfondando il tetto delle 1100 preferenze. Ma se il calo del centrodestra, oltre 300 voti in meno rispetto alle comunali, può essere considerato fisiologico vista la candidatura dell’agnonese Andrea Greco a presidente della Regione, il tracollo del vice sindaco, che pure alla vigilia delle regionali (sulla carta) contava sull’appoggio dell’intera maggioranza, ha un’unica matrice. Ovvero quella del “tradimento” di alcuni dei componenti della sua squadra di governo. D’altronde le dichiarazioni rilasciate all’indomani della tornata «la lettura dell’esito elettorale mi delude e mi sconcerta – le testuali parole scritte da Linda Marcovecchio – disattendendo le mie aspettative e quelle dei miei sostenitori più stretti con i quali sarà necessario analizzare e comprendere le ragioni del mancato  successo atteso» la dicono lunga su quanto accaduto. E se è vero che le regionali non sono le comunali, il risultato ottenuto dal vice sindaco di Agnone, che alle scorse amministrative risultò la più eletta in assoluto con oltre 400 preferenze, resta ampiamente al di sotto delle più rosee aspettative. Inutile dire che qualche avvisaglia era arrivata al momento della candidatura della Marcovecchio con l’Udc, lista preferita a quella dell’ex governatore Michele Iorio. Un errore? Chissà. Ormai il dado è tratto con Agnone che ha perso l’ennesima occasione, la quale, inevitabilmente, potrebbe aprire nuovi ed interessanti scenari all’interno dell’esecutivo di Palazzo San Francesco. Chi vivrà, vedrà.

     

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