ANSA – Dentro c’è tanto, forse tutto: spirito di impresa, capacità di recupero e riadattamento, lungimiranza amministrativa, coraggio e fantasia, ma soprattutto umanità. Il mondo dell’accoglienza, andata e ritorno, tra opportunità per gli altri e per se stessi. In Molise si sperimenta il valore e il dovere dell’accoglienza anche come possibilità di crescita sociale, occupazionale ed economica. Accade a Cerro al Volturno, caratteristico borgo di montagna nella provincia di Isernia, dove proprio in questi giorni ha aperto i battenti una speciale struttura ricettiva per minori figli di rifugiati.
L’iniziativa nasce dalla volontà di tre trentenni molisani accomunati dal vizio speciale di aiutare i più deboli. Su idea di Sara De Felice, campobassana con una lunga esperienza di accoglienza profughi in Caritas a Roma, fondano l’associazione Alderan. Il richiamo a Star Wars non è casuale: l’associazione molisana è come la principessa Leil, vuole proteggere il popolo che abita il pianeta dove lei è nata. L’associazione si mette all’opera per trovare un ente locale che possa sostenere l’iniziativa e coinvolge un sindaco che vuole lasciarsi coinvolgere, Remo Di Ianni. Così il Comune di Cerro al Volturno diventa capofila del progetto molisano presentato nell’ambito del bando Sprar del Ministero dell’interno. In un bed and breakfast del paese praticamente abbandonato, da qualche giorno hanno trovato il loro riferimento familiare, intimo e protettivo, già otto ragazzi, tutti minori. Gli ospiti di Alderan hanno tra i 13 e i 16 anni e vengono da Mali, Gambia, Costa d’Avorio, Bangladesh, Nigeria. Prima di conoscere il Molise, hanno dovuto conoscere la dura permanenza nei centro di prima accoglienza.
“Ci piaceva l’idea di portare vita vera nei centri che si stanno spopolando e in Molise sono tanti”, spiega Sara De Felice. “In Molise stiamo sperimentando l’accoglienza diffusa in risposta ai noti assembramenti delle grandi città, destinati inevitabilmente a tramutarsi in sacche di povertà. Provvidenziale, per noi, l’incontro con il sindaco Remo Di Ianni” e non solo. Ad aprire le porte ai nuovi piccoli ospiti c’è tutta la comunità, fatta eccezione di poche e isolate voci contro. “Quelle – considera la dottoressa -, ci sono e ci saranno sempre”, pazienza. Perché il progetto punta non solo ad accogliere ma anche a evidenziare come nuove vite siano una risorsa per il paese. Sei persone oggi sono occupate nella struttura di accoglienza, i piccoli ospiti si iscriveranno a scuola scongiurando, probabilmente, la chiusura dell’istituto. La spesa alimentare, come tutte quanto può occorrere, si fa quotidianamente negli esercizi del posto. E la vita di montagna sembra essere più vita. (ANSA)