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  • Spopolamento aree interne e politiche di coesione: l’impatto delle condizioni socio-economiche ed infrastrutturali

    Il declino demografico del Paese è un tema sempre più presente nell’agenda politica e nelle discussioni pubbliche. Il Molise purtroppo è una delle regioni italiane più coinvolte dal fenomeno e le sue aree interne sono le più sotto pressione. Su queste tematiche il Centro di ricerca ArIA dell’Università degli studi del Molise, da tempo ha avviato diversi filoni di ricerca per approfondire, comprendere e proporre soluzioni al declino demografico delle aree interne.  

    Mercoledì 20 settembre, a partire dalle ore 9.00, nella Sala “E. Fermi” della Biblioteca di Ateneo, in Viale Manzoni a Campobasso, si terrà l’evento di presentazione dei primi risultati frutto della collaborazione tra Istat e Centro di ricerca ArIA-UniMol per lo studio delle Aree interne.

    Dopo i saluti del Rettore, Luca Brunese, del Direttore Generale Istat, Michele Camisasca, e del Presidente della Regione Molise, Francesco Roberti, apriranno la giornata Marco La Marca, della Commissione europea “Demografia e Democrazia”, e Antonella Bianchino, Dirigente area sud dell’Istat. 

    Seguirà l’intervento di  Fabrizio Barca, già Ministro della Coesione Territoriale, che commenterà i risultati inediti degli studi di Federico Benassi  e Carlo Lallo (ricercatori di demografia) sullo spopolamento sistemico dei comuni nelle aree interne molisane.

    I ricercatori mostreranno al pubblico per la prima volta nuovi strumenti di analisi e le ultime evidenze scientifiche risultate da un lavoro pluriennale sul declino demografico molisano e, nello specifico, sullo spopolamento delle aree interne del Molise. In particolare sarà presentato ufficialmente un nuovo indicatore di spopolamento sistemico, il SyDAS (Systemic Depopulation Areas), ed un nuovo approccio statistico per individuare l’impatto delle condizioni socio-economiche ed infrastrutturali sul gradiente di spopolamento comunale.


    Uno degli aspetti più interessanti di questo nuovo filone di ricerca ha indicato come alcune parti del Molise, benché situate in zone di montagna e pur avendo subìto una contrazione demografica negli ultimi anni, non sembrano soggetti a processi sistemici di spopolamento: una buona notizia nell’ottica di una nuova resilienza per i piccoli comuni delle zone interne del Molise.
    Un altro aspetto molto importante riguarda il diverso impatto che aspetti socio-economici hanno sullo spopolamento nei comuni molisani. Ad esempio, usando metodologie innovative statistico-geografiche, l’occupazione femminile ha mostrato di avere un impatto positivo e significativo sulla crescita della popolazione in alcune aree del Molise, ma allo stesso tempo è risultato ininfluente in altre zone: un segno evidente  della diversa capacità demografica dei territori molisani di reagire ai fenomeni sociali, culturali, economici ed istituzionali. La diversità del territorio molisano che questi nuovi strumenti porteranno alla luce il 20 settembre sono cruciali per costruire politiche pubbliche più aderenti ai territori locali e quindi più efficaci nel raggiungere i propri obiettivi.


    Questi nuovi strumenti sono stati infatti ideati dai ricercatori del centro ArIA-UniMol  per avere una applicazione concreta nelle prossime attività di monitoraggio e pianificazione di interventi pubblici per contrastare lo spopolamento nelle aree interne italiane e favorirne lo sviluppo economico, sociale ed istituzionale.
    Chiuderà la giornata di riflessione una tavola rotonda che ospiterà personalità della politica e della ricerca italiana: Sabrina Lucatelli (Direttrice di Riabitare Italia), Lino Gentile (Delegato ANCI per le Aree interne), Federico Lasco (Dirigente Agenzia per la Coesione Territoriale), e Luisa Corazza (Direttrice Centro ArIA). 

    La tavola rotonda, coordinata da Giuseppe Stassi (Istat), discuterà l’applicabilità di questi strumenti nella politica amministrativa e nelle prossime ricerche sul tema. Le conclusioni saranno infine affidate a Cecilia Tomassini, già presidente dell’associazione nazionale studi di popolazione.

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