NAPOLI – “Ho temuto di morire. Ero a bordo della mia auto lungo corso Secondigliano, a Napoli, all’altezza del quadrivio che collega il quartiere popolare con Scampia. A un certo punto sono rimasto imbottigliato nel traffico, ho provato a chiedere cosa fosse successo e contemporaneamente ho visto un uomo cadere a terra. Era a cinquanta metri dalla mia auto. Ho visto gente soccorrere questa persona, ma subito dopo fuggire causa una improvvisa esplosioni di colpi”.
E’ il racconto choc di un 37 agnonese, che vuole mantenere l’anonimato. Ieri l’uomo, che spesso di reca a Napoli per lavoro, si trovava a passare dove Giulio Murolo, infermiere, 48 anni, ha fatto una strage uccidendo quattro persone e ferendone sei.
“Nelle mia vita non avevo mai sentito sparare, è una sensazione orrenda e la cosa peggiore è di essere impotente – ha ripreso l’uomo intervistato da L’Eco online – pensavo fosse un regolamento di conti tra clan della zona. Nel frattempo sono uscito dall’auto, le gambe mi tremavano e il cuore mi batteva fortissimo, in quell’istante ho temuto che un colpo potesse raggiungermi. Chinato, insieme ad altre persone, abbiamo fiancheggiato le auto e raggiunto una postazione più sicura. Si sentiva gente urlare, piangere e un istante più tardi il rumore delle sirene”.
Il 37enne è un veterano di Napoli, dove si reca quotidianamente per impegni di lavoro. Conosce a menadito strade, incroci, scorciatoie e soprattutto la gente. Riprende il suo racconto. “Con le lacrime agli occhi e non sapendo cosa fare ho chiesto aiuto ad un omone di quasi due metri che mi ha spiegato di un folle che sparava sulla gente. Sempre la stessa persona mi ha aiutato a tornare in auto e a fare manovra per l’inversione a U. Ho ripreso la strada per Arzano e Casoria e mentre guidavo con le amni tremanti sullo sterzo, ho pensato: mi è andata bene, sono stato fortunato”.
Di lì a poco la notizia diffusa dalla radio: Giulio Murolo, incensurato, ha ucciso per futili motivi. (foto prelevate da repubblica.it)