«Più fondi per estendere la Strategia nazionale per le Aree interne prevedendo un meccanismo premiale che sia da stimolo a fare bene. Vanno poi semplificate le procedure e accanto ai servizi bisogna puntare sulla localizzazione delle imprese». A spiegarlo è stato il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, rispondendo ad un’interrogazione durante il question time alla Camera, nei giorni scorsi. «Accanto alla frattura storica tra nord e sud, che è il primo vincolo allo sviluppo nazionale – ha aggiunto il ministro – c’è la questione appenninica e la questione delle aree urbane e interne che si stanno spopolando. Prima risposta è stata la strategia della aree interne: 47 strategie attive delle 72 individuate, sul piatto ci sono 700 milioni di euro di investimenti». Dichiarazioni che fanno ben sperare i centri montani e che arrivano proprio mentre viene confermata la presenza del ministro Provenzano, a fine mese, in Alto Molise. Grazie all’interessamento della agnonese Caterina Cerroni, già candidata del Pd alle ultime elezioni europee, il ministro sarà in Molise e in particolare in Alto Molise a fine mese, precisamente il 28 gennaio, salvo imprevisti dell’ultimo momento. Per quanto riguarda la visita dell’esponente del Governo in Alto Molise sono previste due tappe, una a Capracotta, il comune più in quota dell’appennino molisano, e una ad Agnone. D’obbligo, ovviamente la sosta, per presa visione, presso l’ospedale “San Francesco Caracciolo”. Proprio la sanità è tra gli asset della Strategia nazionale per le Aree intere, anche se al momento sull’ospedale cittadino si è fatto solo un enorme cumulo di chiacchiere. Il rischio, concreto, è che venga trasformato in un ospedale di comunità. Un “rischio” calcolato e fiutati da mesi dalla ex vicesindaca del Comune di Agone. Proprio Linda Marcovecchio, infatti, nel corso di una riunione a Canneto organizzata dal Movimento per la difesa delle aree interne, prendendo la parola fece riferimento alla possibilità che l’ospedale di Agnone venisse trasformato, o meglio declassato, ad ospedale di comunità. «Un’ipotesi che per il momento vogliamo scongiurare, – dichiarò con chiarezza e coraggio la ex vicesindaca di Agnone – ma che forse è l’unico futuro possibile per il nostro ospedale». Una sorta di male minore, insomma, almeno secondo la lady di ferro agnonese. Tornando alle dichiarazioni del ministro della Coesione Provenzano rispetto al futuro della Strategia nazionale aree interne, la legge di bilancio 2020 ha previsto in tre commi le nuove risorse per i territori montani e rurali del Paese, 200 milioni di euro per ampliare la Snai con nuove aree, dopo le prime 72 “pilota” finanziate con fondi statali e regionali dal 2013 a oggi, 90 milioni in tre anni per un nuovo fondo di sostegno alle attività economiche, artigianali e commerciali nei Comuni delle aree interne. Un fondo da 1,5 milioni per interventi delle Regioni volti alla realizzazione di tralicci di proprietà pubblica in zone prevalentemente montane. «Segnali molto positivi» secondo la presidenza nazionale dell’Unione dei Comuni e degli Enti montani. «È importante che il Ministro abbia richiamato il ruolo decisivo dei Comuni e crediamo fortemente le Regioni debbano essere subito pronte, snelle e smart. – ha infatti commentano Marco Bussone dell’Uncem – Ma serve risolvere i problemi riscontrati dal 2013 a oggi, mentre sono attive 47 delle 72 Strategie d’area previste, per oltre 700 milioni di euro di fatturato. Agire su associazionismo dei Comuni, sull’innovazione con l’accellerazione del Piano banda ultralarga, sul legame tra pubblico e privato, sulla deroga a norme statali ad esempio per ospedali e scuole, è fondamentale, attuando pienamente la legge sui piccoli Comuni 158 del 2017, come abbiamo fatto con Poste Italiane».
Strategia aree interne, Provenzano: «Più fondi alle zone disagiate». E Cerroni porta il ministro in Alto Molise
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