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  • West Nile Disease: cosa fa per contrastare la malattia

    Che cos’è la West Nile Disease? Lo spiega l’IZS di Teramo che studia e monitora la malattia, nel duplice ruolo di Laboratorio di Referenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale e Centro di Referenza Nazionale per lo studio e l’accertamento delle malattie esotiche degli animali

    La Febbre del Nilo Occidentale – o West Nile Disease – è una malattia trasmessa dalla puntura di zanzare che colpisce sia gli animali che l’uomo. Il virus della West Nile (WNV) è uno dei flavivirus trasmessi da zanzare più diffusi al mondo, isolato per la prima volta in Uganda nel 1937. Le prime evidenze in Europa risalgono agli anni ‘60, attualmente il WNV è endemico nell’Europa centrale e sud-orientale e negli ultimi anni stiamo assistendo a un progressivo aumento della circolazione del virus. La trasmissione diretta della malattia da persona a persona è estremamente rara: può avvenire solo attraverso trasfusioni di sangue, o derivati ematici, e da trapianti di organi da persone infette. Il ciclo biologico del virus coinvolge zanzare e uccelli che generalmente non mostrano alcun sintomo di malattia ma rappresentano il serbatoio dell’infezione. L’uomo e i cavalli sono considerati ospiti occasionali, non in grado di trasmettere il virus.

    “Di solito nell’uomo l’infezione si manifesta con sintomi simil-influenzali e solo in una minima percentuale di casi si assiste all’insorgenza di sindromi neurologiche” – dichiara il Direttore Generale dell’IZS di Teramo Nicola D’Alterio – “le forme gravi della malattia si riscontrano nelle persone anziane o con deficit immunitari: i casi più gravi possono essere letali, tuttavia non c’è da allarmarsi perché parliamo di circa 1 caso grave di malattia su 1.000”.

    Dal 2008 in Italia la circolazione del WNV viene rilevata ogni anno nel periodo estivo-autunnale in zanzare, animali e uomo, grazie alle attività di sorveglianza definite dal Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta arbovirosi. Il Piano, emanato dal Ministero della Salute e redatto con il contributo dell’Istituto Superiore di Sanità e del Centro di Referenza Nazionale per lo studio e l’accertamento delle malattie esotiche degli animali (CESME) dell’IZS di Teramo, integra in un unico Piano le misure di sorveglianza da attivare sul territorio nazionale nei confronti delle arbovirosi autoctone e di importazione, promuovendo l’approccio One Health nella definizione e nell’attuazione delle misure di prevenzione, sorveglianza e controllo.

    La sorveglianza nei confronti del virus della West Nile viene condotta su zanzare, uccelli e cavalli per individuare il più precocemente possibile la circolazione virale in uno specifico territorio e, quindi, mettere in atto tutte le misure utili a limitare il rischio di trasmissione dell’infezione all’uomo. In presenza di animali o zanzare infette, l’IZS di Teramo trasmette gli esiti degli esami di laboratorio anche al Centro Nazionale Sangue e al Centro Nazionale Trapianti che attivano gli opportuni controlli in tutti i donatori che risiedono nelle aree dove è segnalata la circolazione del virus.

    “L’utilizzo dei dati satellitari relativi a pioggia, temperatura e indice di vegetazione ci ha consentito di sviluppare un modello davvero efficiente in grado di prevedere l’insorgenza delle condizioni eco-climatiche favorevoli alla circolazione del West Nile Virus con oltre due settimane di anticipo” – aggiunge il DG D’Alterio – “Si tratta di uno strumento particolarmente utile che ci fornisce indicazioni per la gestione delle attività di sorveglianza sul campo, anche perché non esistono vaccini per l’uomo nei confronti di questa malattia e per contrastarla è fondamentale l’attività di prevenzione”.

    Prevenzione che consiste nel ridurre il più possibile l’esposizione alle punture di zanzare attraverso l’uso di repellenti, l’utilizzo di zanzariere alle finestre e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto.

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