AGNONE – A partire da ieri, mercoledì, così come disposto dall’articolo 14 della legge regionale n. 4 del 2019, le tariffe di tutti i titoli di viaggio subiranno un aumento nella misura prevista di circa il 40 per cento. «Un aumento folle, – tuona la Rsa Uilm della Sevel – che si riverserà ovviamente sui soliti noti: lavoratori pendolari, studenti e pensionati».
Insomma, non bastano i disagi causate dalle strade principali chiuse e dallo stato di dissesto delle altre arterie rimaste percorribili, non bastano le lunghe traversate per raggiungere il posto di lavoro, ora, per i pendolari molisani che raggiungono quotidianamente la fondovalle Sangro e la zona industriale arriva un’altra doccia gelata: un rincaro di quasi il 40 per cento del prezzo dell’abbonamento. In sostanza il costo del servizio viene quasi raddoppiato, ma a fronte di cosa? Di nulla, secondo la Rsa Uilm, che infatti aggiunge: «Aumenti che non trovano alcuna giustificazione, visto che da anni ormai permangono servizi inadeguati con autobus vecchi e con migliaia di chilometri e strade impraticabili». E le cronache molisane sono piene di episodi ripetuti di guasti meccanici a danno degli autobus di linea, in particolare quelli che coprono le tratte dell’Alto Molise. «A fronte di tutto questo, – continuano le rappresentanze sindacali della Sevel – le istituzioni sono assenti e crediamo sia giunta l’ora che la politica torni con forza a ricoprire il ruolo di garante del servizio di trasporto pubblico».
«Noi avevamo il record dei biglietti e degli abbonamenti dal costo più basso. – spiega Emanuele Cimone, sindacalista di Agnone – Potevamo andare a lavorare con circa 12 euro a settimana e 40 euro mensili. Un aumento ci può anche stare, ma non di questa entità. Si va quasi a raddoppiare il costo, tutto sulle spalle dei lavoratori pendolari molisani».
Francesco Bottone