Cos’è successo realmente a Mario Scampamorte? Qual è l’esatta dinamica dell’incidente che lo ha strappato prematuramente alla vita e ai suoi affetti? Nel giorno più straziante, quello dei funerali, ieri pomeriggio ad Agnone, i genitori del giovane infermiere rimasto vittima dell’incidente alle porte di Casoli, nel Chietino, chiedono di conoscere tutta la verità. Ed è proprio per ricevere tali risposte dalla Giustizia che il padre Raffaele e la mamma Nicoletta, conosciutissimi e ben voluti da tutti ad Agnone anche per la loro attività, gestiscono, rispettivamente, un salone di parrucchiere e un’erboristeria, si sono affidati a Studio3A Valore-S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dai cittadini, in sinergia con l’avvocato Lorenzo Marcovecchio del foro di Isernia.
La cronaca è ormai tristemente nota: lunedì scorso, verso le 20.30, il ventisettenne stava percorrendo in sella alla sua Kawasaki Ninja 650 la Provinciale 100 Casoli-Fossacesia per raggiungere il posto di lavoro quando, in località Piana delle Vacche, nei pressi della zona industriale di Casoli Est. Lungo il tragitto si sarebbe scontrato contro la fiancata sinistra di una Fiat Punto condotta da un diciannovenne di Castel Frentano, che lo precedeva e che avrebbe svoltato a sinistra per entrare in una strada laterale. Un impatto terribile che non gli ha lasciato scampo. I suoi colleghi del 118 intervenuti sul posto non hanno potuto che constatarne il decesso. Proprio sulla dinamica del sinistro sono subito emerse «alcune incongruenze, sia per gli orari, vi sarebbe un buco di mezz’ora tra il momento dell’incidente e l’allarme ai soccorsi, sia per la “strana” posizione di quiete in cui è stata rinvenuta la moto, finita sulla sinistra e non in avanti, come ci si sarebbe aspettati per un mezzo che percorre una traiettoria rettilinea e trova un improvviso ostacolo, e per di più, dopo l’urto avvenuto “a monte”, con la parte posteriore “a valle” e le ruote rivolte verso l’erba, pur non essendo in grado di marciare per la rottura della forcella» commentano dallo studio legale che segue la famiglia. Per fare chiarezza su questi punti l’avvocato Marcovecchio ha chiesto e ottenuto dal Pubblico Ministero della Procura di Lanciano, Francesco Carusi, titolare del procedimento penale per omicidio stradale aperto, come atto dovuto, a carico del diciannovenne automobilista, di integrare i quesiti da porre al medico legale, Christian D’Ovidio, incaricato dell’esame autoptico, verificando anche «l’eventuale presenza di determinate lesività da trascinamento».
L’autopsia è stata effettuata giovedì e alle operazioni peritali ha partecipato, come medico legale di parte per la famiglia della vittima, anche la dottoressa Piera Amelia Iezzi. «Per avere risposte complete bisognerà attendere il deposito della perizia da parte del Ctu, – commentano dallo studio legale – ma l’esame, per quanto riguarda le cause della morte, non ha fatto che confermare che il decesso è stato dovuto ai gravissimi politraumi in seguito all’impatto con la vettura e poi al rovinoso volo sull’asfalto». «I familiari di Scampamorte – continua la nota dello staff di Studio3A Valore – sanno bene che purtroppo nulla e nessuno potranno mai restituire loro Mario e non nutrono neppure sentimenti di risentimento nei confronti del giovane automobilista, ma, questo sì, ci tengono a fare piena luce sui fatti, e per questo i loro patrocinatori chiederanno di acquisire le immagini delle telecamere di un’attività video sorvegliata della zona, atteso che del sinistro non vi sono testimoni, a parte l’indagato, e solleciteranno l’opportunità di disporre anche una perizia cinematica per ricostruire nel dettaglio la dinamica, le cause e tutte le responsabilità del tragico sinistro: nel caso in cui il Sostituto Procuratore ritenesse di affidare un incarico in tal senso, Studio3A metterà subito a disposizione un proprio consulente tecnico di parte per i suoi assistiti».