Gestione dei beni agro-silvo-pastorali, il Consiglio comunale di Agnone revoca la delega conferita alla Comunità montana “Alto Molise”. La decisione, che ha quasi del clamoroso, visto che i vari esponenti politici di zona si sono spesso pronunciati in favore del mantenimento in funzione degli enti sovracomunali indicati appunto come Comunità montane, è stata presa in questi giorni dell’assise civica di Agnone. Una sorta di accanimento terapeutico per un “carrozzone” formalmente cancellato dalla legge, ma che resta da decenni in liquidazione, a cui finalmente il Comune ha deciso di staccare la spina. Nel lontano 1975 fu conferita alla Comunità Montana “Alto Molise” la delega per la gestione e amministrazione dei beni silvo-pastorali del comune di Agnone.
Boschi, foreste, pascoli e montagne, di questo si tratta, con tutto ciò che ne consegue in termini gestionali e di programmazione, con l’intuibile accesso ai relativi fondi comunitari e non. Cinquant’anni dopo le condizioni politiche e amministrative sono cambiate e le Comunità montane, a torto o a ragione, sono state soppresse “ope legis” e attualmente commissariate, da decenni ormai, e vivono in una fase di liquidazione che deve portare alla definizione di tutti i rapporti giuridici ancora pendenti. Nelle premesse della deliberazione del Consiglio comunale di Agnone si legge che «la gestione dei beni agro-silvo-pastorali mediante delega all’ente comunitario comporta spese per l’ente Comune che potrebbero, altrimenti, essere gestite in modo diverso magari anche contenute». Insomma, per Agnone è anche oneroso rimanere all’interno dell’accordo di gestione dei boschi con la Comunità montana, un ente che non c’è e che serve, al momento, solo a pagare l’indennità di carica al commissario liquidatore. Proprio il sindaco Daniele Saia, nel corso della discussione sul tema, ha specificato che «finora il Comune di Agnone era rimasto l’unico, insieme a quello di Sant’Angelo del Pesco, a mantenere la delega per la citata gestione, ciò soprattutto al fine di tenere viva la possibilità di mantenere in vita l’ente comunitario», ma ora tale volontà «non è più perseguibile anche a causa del pensionamento del personale di detto ente che si occupava della gestione».
A rincarare la dose l’assessore delegato Raffaele Masciotra, il quale ha comunicato al resto del Consiglio che «dopo vari incontri avuti si è giunti alla determinazione che non è possibile più per l’ente ormai in liquidazione proseguire nella gestione dei beni silvo-pastorali del Comune di Agnone per mancanza di fondi e di personale che non consentono la necessaria attività anche legata al controllo dei beni». Il sindaco Saia, rispondendo alle obiezioni mosse dal consigliere di minoranza Scarano, il quale chiedeva maggiori approfondimenti prima di esprimere un voto, ha sottolineato che «che l’argomento è già stato portato diverse volte in Consiglio e si è sempre rinviato, ora però ciò non è più possibile perché presso la Regione Molise è in discussione la creazione di una Agenzia per la Montagna per cui le Comunità Montane sono superate». Lo stesso Saia ha rappresentato all’assemblea che «oggi occorre provvedere all’esecuzione di martellate in considerazione che la vendita dei boschi è un introito importante per il Comune di Agnone per cui ci si deva attivare in maniera molto rapida». Dopo la discussione, la presidenza ha posto all’attenzione del Consiglio comunale la decisione di dover revocare la delega conferita alla Comunità montana “Alto Molise” per la gestione dei beni agro-silvo-pastorali del Comune di Agnone a suo tempo conferita. Revoca che è passata a maggioranza, con nove voti favorevoli e due contrari, quelli di Margherita Greco e Vincenzo Scarano; assenti invece i consiglieri Franco Paletti e Paolo Di Pietro. Con successiva votazione di pari esito, il provvedimento è stato dichiarato immediatamente eseguibile e trasmesso, per quanto di competenza, a quel che resta degli uffici della Comunità montana.