SCHIAVI DI ABRUZZO – L’età del ferro spazzata via da quella delle pale eoliche e del business.
La denuncia del Centro studi Alto Vastese e Valle del Trigno. Ancora pale eoliche a Schiavi, su un sito di interesse archeologico.
«Non c’è fine all’invasione di pale eoliche nell’Alto Vastese. – si legge in un post del Centro studi Alto Vastese – Qui (il riferimento è alle foto pubblicate, ndr) siamo a Schiavi di Abruzzo sulla “Montagna del Principe”».
Segue poi una citazione dal volume “SCHIAVI D’ABRUZZO – LE AREE SACRE”:
«Le indagini archeologiche condotte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo sulla superficie sommitale della montagna hanno messo in luce un esteso insediamento databile alla prima età del Ferro. Il sito si estende su un pianoro di sommità (altitudine di metri 1253/1268 s.l.m.) ed è inserito in un sistema di alture che si protende con profilo arrotondato dalla zona a sud di Schiavi di Abruzzo fino al territorio di Castiglione Messer Marino. Il sito, segnalato per la presenza di frammenti ceramici provenienti da raccolta di superficie, è stato messo in luce nel 2001 in occasione dei lavori per la costruzione di un impianto eolico».
E ancora, dal catasto onciario del 1743: «La Montagna, che va dal Monte Pizzuto fin verso Castiglione, viene ancora oggi denominata “Montagna del Principe”. Dal citato catasto si apprende che detto territorio era stato usurpato dalla dinastia Caracciolo all’Università di Schiavi», come riportato dal testo “Scalzavacca e Carrapellese – Itinerario storico di paesi scomparsi – Sprondasino (Molise) e Colle Casacco (Abruzzo)” di Franco Porrone.
«Oggi la Montagna del Principe continua ad essere usurpata e devastata» commenta amareggiato e sdegnato Marco Cirulli del Centro studi Alto Vastese.