(ANSA) – ROMA, 19 APR – “Apprendiamo con sconcerto la notizia della morte di un esemplare maschio di Orso bruno marsicano, sottospecie appenninica di orso bruno, durante un’operazione di cattura eseguita dal personale addetto dell’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Attendiamo i risultati delle analisi nella speranza che possano chiarire meglio le dinamiche di quanto accaduto, ma di certo che ci si trova davanti ad una perdita gravissima, considerato che si tratta di una sottospecie in via d’estinzione che conta ormai solo 50 individui o poco più”. Lo scrive in una nota il Wwf.
La morte dell’orso è avvenuta in un sito di cattura nel Comune di Lecce nei Marsi (L’Aquila), allestito con ‘Tube trap’, messo a disposizione dai Carabinieri Forestali e controllato con videosorveglianza. “E’ la prima volta che ci troviamo di fronte a un’emergenza anestesiologica in occasione di una cattura”, ha detto Antonio Carrara, presidente del Parco. “Per quanto il protocollo utilizzato riduca al minimo i rischi per l’orso – ha aggiunto – non si possono in ogni caso escludere totalmente”.
“Visti i recenti casi simili, ad esempio l’orsa Daniza in Trentino, per il Wwf è fondamentale rivedere i protocolli operativi sulla cattura di orsi, affinché garantiscano standard di sicurezza maggiormente cautelativi per la salute degli animali”, scrive la ong. “Nel frattempo il Wwf chiede al Parco di sospendere o ridurre solo ai casi inevitabili la cattura e la sedazione degli orsi. Prima di sottoporre gli animali ad un rischioso stress e ai pericoli collegati alla cattura, occorrerebbe, infatti, mettere in atto strategie rivolte alle comunità locali affinché modifichino quelle attività e quei comportamenti – come lasciare fonti di cibo accessibili agli orsi o avere cani non al guinzaglio in aree dove è segnalata la presenza dell’orso – in gran parte responsabili dei comportamenti confidenti da parte di questi animali”. (ANSA).
- foto di repertorio