AGNONE. Si intitola “A lezione di cibo” il ciclo di incontri che oggi (18 dicembre) farà tappa ad Agnone e che vedrà protagonisti gli studenti dell’istituto Alberghiero insieme agli ospiti del sistema di accoglienza per migranti, gestito dalla cooperativa sociale onlus “Medihospes”. Si tratta di un progetto interculturale basato proprio sul concetto di cibo come elemento caratterizzante delle varie culture. “Il cibo – spiegano gli organizzatori – può essere considerato un elemento culturale. Ogni cultura ha un codice di condotta alimentare che privilegia determinati alimenti e ne vieta o rende indesiderabili altri. Esso è determinato dalle componenti geografiche, ambientali, economiche, storiche e nutrizionali che caratterizzano la cultura stessa. Se si evita di considerare i casi in cui è la mera sussistenza a dettare ciò che si deve mangiare, il cibo cessa di essere un bisogno fisiologico e diventa una necessità culturale. È pratica di uso comune attribuire determinate pietanze alle relative culture, così come identificarne altre in base alle rispettive abitudini a tavola. Migrare – proseguono – implica non solo uno spostamento territoriale, un cambiamento fisico dei luoghi e delle persone con le quali si sono instaurati solidi legami, ma anche passare da una cultura, la propria, ad un’altra. Nel lento processo di scambio interculturale che la migrazione presuppone, passaggio destabilizzante ed incerto in proporzione alla distanza tra la propria cultura e quella di adozione, sono necessari degli elementi che permettano di mantenere la propria identità.” Il cibo è dunque inteso come elemento di identità culturale cui sono connesse tutta una serie di implicazione in relazione al processo migratorio. “Analizzando i fenomeni traumatici che la migrazione sottende – riprendono dall’equipe professionale dello Sprar – si vuole mostrare, in primo luogo, in che modo il cibo, cioè consumare una pietanza legata al proprio paese, contribuisca in maniera determinante ad affermare l’identità dell’individuo e del gruppo etnico. In secondo luogo, si vuole illustrare come il pasto, in quanto azione strutturata e dotata di senso, essendo un momento d’incontro, agisca da tramite tra culture, favorendo l’integrazione.” Non sono pochi i casi, che hanno suscitato anche l’interesse dei media, in cui gli immigrati ospitati nei centri di accoglienza hanno manifestato apertamente il rifiuto del cibo locale, suscitando non poche reazioni di indignazione; è proprio da qui che è partita l’idea di approfondire la tematica che lega in maniera indissolubile il cibo alla cultura di appartenenza di ognuno. “Gli studiosi hanno paragonato le abitudini alimentari alle abitudini materne, – commentano a riguardo i promotori dell’iniziativa – perché sono i primissimi elementi attraverso cui l’uomo si relaziona con il mondo. È proprio per questo motivo che sono difficili da abbandonare. Sarebbe come pretendere che qualcuno di colpo non parli più la propria lingua madre. Continuare a mangiare il proprio cibo, rifiutando i cibi locali significa per gli immigrati affermare la propria identità, il proprio legame con il passato, con la famiglia, con gli affetti abbandonati.” Da qui dunque la scelta di individuare scuole che abbiano come materie di studio la preparazione di cibi, e dunque gli istituti alberghieri, e la trattazione psico-socio- antropologica del tema proposto, come il liceo di scienze umane. Il progetto ha una durata annuale con una serie di appuntamenti che vedranno coinvolti i vari istituti scolastici fino al mese di maggio 2019. Dopo i primi tre incontri svoltisi a Termoli ed Isernia, sarà la volta di Agnone, l’appuntamento è fissato alle ore 9.30, presso l’aula magna dell’istituto omnicomprensivo “G. N. D’Agnillo”, dove gli studenti del biennio dell’istituto Alberghiero avranno modo di ascoltare una serie di interventi proposti dai relatori esperti del tema, oltre ad una testimonianza diretta di Sarr Ebrima, gambiano, ospite del progetto Sprar e protagonista di un riuscito processo di integrazione sociale e lavorativa sul territorio agnonese dove, grazie alla locale società calcistica, ha trovato impiego come cuoco presso “Casa Olympia”, mensa ufficiale della squadra dell’Olympia Agnonese, militante nel campionato di serie D. Da apprezzare la lungimiranza e lo spirito di integrazione dimostrato dai dirigenti della società sportiva, che opera in sinergia con lo Sprar e che può rappresentare un ottimo esempio di proficua collaborazione tra ospiti e comunità locale.
Alimentazione, l’Alberghiero a lezione di cibo allo Sprar
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