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  • Aree interne, l’associazione Borghi Autentici: «Superare la logica delle risorse straordinarie e dei bandi a pioggia»

    Le Aree interne italiane non sono territori marginali da “accompagnare in un percorso di declino”, ma spazi vitali capaci di rigenerarsi se sostenuti da politiche coerenti, servizi essenziali e partecipazione delle Comunità locali. È questa la visione dell’Associazione Borghi Autentici d’Italia, guidata dalla Presidente Rosanna Mazzia, la quale rappresenta una rete nazionale che da oltre vent’anni lavora per trasformare i borghi in luoghi della contemporaneità, con amministrazioni più forti, cittadini protagonisti e progetti concreti.

    La presidente dell’Associazione Borghi Autentici d’Italia, Rosanna Mazzia

    Il dibattito sulla nuova strategia nazionale per le aree interne ha riportato al centro della discussione questo «pezzo di Paese reale eroico e prezioso, di cui ci si occupa troppo o troppo poco, in un contesto segnato però da iniziative frammentate e prive di risorse strutturali», continuano dall’associazione. «Troppi progetti visionari, in passato, che non hanno garantito ciò che realmente serviva: scuole, sanità, trasporti, mobilità e infrastrutturazioni moderne. – aggiungono – L’etichetta stessa di “aree interne” è stata spesso un vincolo, irrigidendo politiche che avrebbero dovuto rispondere a bisogni concreti e non solo a classificazioni geografiche».

    La rete dei Borghi Autentici ha una visione diversa: «Superare la logica delle risorse straordinarie e dei bandi a pioggia, rafforzare gli enti locali con strumenti ordinari e snelli, come il bilancio partecipativo e i regolamenti per l’amministrazione condivisa dei beni comuni. Coinvolgere davvero i Cittadini, rendendoli protagonisti, puntare su processi di co-programmazione e co-progettazione e valorizzare la presenza del Terzo Settore per contrastare lo spopolamento attraverso inclusione e resilienza».

    «Borghi Autentici – afferma la presidente Rosanna Mazzia – respinge da sempre la retorica dei “borghi cartolina”: il turismo da solo non salva i paesi se non si fonda su un progetto condiviso che migliori la qualità di vita di chi resta, prima ancora che di chi arriva. L’ospitalità non è marketing ma un percorso che intreccia le vocazioni dei territori con le aspirazioni delle comunità locali, creando luoghi dove vivere e lavorare diventa una scelta possibile».

    «Molto bene le proposte di legge su cui si sta lavorando, nella speranza che vadano nella direzione indicata, e la Lettera dei Vescovi riunitisi a Benevento che pone l’attenzione sulle disuguaglianze come causa principale dello spopolamento e ancora più di “solitudini e dolorosi abbandoni” e richiama la necessita di rinsaldare e rafforzare il senso di Comunità».

    Secondo Borghi Autentici occorre un cambio di paradigma.« Le aree marginalizzate del Paese sono un’opportunità e non una zavorra di cui disfarsi. Sono laboratori di sperimentazioni innovative dove si può costruire “Un’Altra Idea di Stare” come noi sosteniamo da tempo».

    L’Associazione sta raccogliendo buone pratiche, progetti e esperienze già realizzate dai comuni associati per consegnare al Paese un vero e proprio “quaderno di rotta”: un documento capace di orientare le politiche nazionali verso un riequilibrio territoriale reale, che superi la contrapposizione tra città e piccoli centri e trasformi le aree marginalizzate in centro nevralgico del sistema Paese. La sfida è chiara: non accompagnare al declino, ma liberare il potenziale delle aree interne. Come sottolinea la Presidente BAI Rosanna Mazzia, «non siamo residuali, ma protagonisti: dalle nostre Comunità può nascere un’Italia più coesa, inclusiva e sostenibile. Ed è quello che stiamo facendo ormai da anni in tutta Italia, e specialmente nelle regioni dove l’Associazione conta un numero di Comuni associati significativo, come l’Abruzzo, dove stiamo sperimentando la costruzione di Borghi Palestre: luoghi dove amministratori locali lungimiranti sono stati capaci di innescare processi di sviluppo virtuoso che possono costituire buone prassi replicabili. Faremo altrettanto in Sardegna ed in Puglia. Un discorso a parte merita la Calabria, dove Borghi Autentici d’Italia ha avuto l’opportunità di portare avanti un proficuo percorso di sviluppo locale attraverso progettualità che mettessero al centro le Comunità locali e il loro saper fare».

    Ne è un significativo esempio il percorso di concertazione portato avanti nell’ormai lontano 2018 in occasione dell’emanazione del Bando Borghi della Regione Calabria – antesignano del Bando Borghi del PNRR su scala nazionale – nel quale per la prima volta, insieme alle risorse previste per la “rigenerazione” materiale dei luoghi, si prevedevano risorse da investire sulla rigenerazione “sociale” delle Comunità locali.

    «Sempre in Calabria – conclude la Mazzia – collaborando attivamente con il Consiglio regionale e Legacoop Calabria, l’Associazione Borghi Autentici d’Italia si è fatta parte attiva dell’istituzione della Legge Regionale sulle Cooperative di Comunità, nuove forme di impresa nate dai residenti di un territorio per gestire insieme servizi, beni o attività economiche di interesse collettivo, dalla cura del patrimonio locale alla creazione di lavoro. Strumenti utili allo sviluppo locale perché trasformano i bisogni della Comunità in opportunità economiche, che consentono alle persone di rimanere sui territori e rafforzano coesione sociale e autosufficienza. Riteniamo che a chi resta e a chi intende tornare, vada garantito uno spazio adeguato di partecipazione per generare dall’interno delle Comunità un’energia nuova e il sostegno a chi vuole intraprendere e innovare per la proiezione nel futuro di queste aree».

    «Guardiamo con attenzione ai prossimi appuntamenti elettorali e ai programmi che le forze politiche proporranno su questo tema, auspicando che possa venire, a partire dalle Regioni, una prima grande spinta al cambiamento nella direzione da noi auspicata».

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