«Chi non ha votato il bilancio preventivo ha fatto qualcosa di grave che avrà ripercussioni negative sui cacciatori». Così Angelo Pessolano, presidente dell’Atc Vastese, a commento di quanto accaduto nei giorni scorsi. I rappresentanti della Libera Caccia e di Federcaccia non hanno votato il bilancio preventivo, pensando evidentemente di mettere in difficoltà l’attuale dirigenza dell’Ambito territoriale di caccia del Vastese. Uno scontro politico, in seno all’Atc, che avrà conseguenze per i cacciatori. Ad esempio, già nell’immediato, non sarà possibile procedere, come d’abitudine, ai ripopolamenti di selvaggina, fagiani, starne e lepri.
«Avevamo previsto immissioni di lepri di cattura, fagiani riproduttori e starne per un totale di cinquantamila euro. – conferma infatti il presidente Pessolano – Abbiamo portato in visione il bilancio preventivo all’assemblea, ma gli aventi diritto hanno bocciato il bilancio guidati da alcuni dirigenti Fidc e Libera Caccia. Questo significa che possiamo affrontare e sostenere solo le spese ordinarie per la gestione dell’Atc. E abbiamo anche dovuto comunicare alle ditte l’impossibilità di acquistare il loro prodotto».
«Non hanno voluto ragionare con serietà, – continua Pessolano – mentre hanno deciso di votare così portando come motivazione delle richieste insostenibili, come il voler ridurre il personale dell’Atc, già assunto a tempo indeterminato. Chi gestisce e ha gestito l’Atc sa bene che non è possibile diminuire il numero gia esiguo di dipendenti, per la grande mole di lavoro che c’è da fare giornalmente. Sono altre le strade da seguire, non certo la riduzione di personale, in particolare in un Atc come il nostro che ad oggi ha oltre 250mila euro di liquidità, quindi in in buona salute economica».
Una sorta di ostruzionismo alla dirigenza dell’Atc, da parte di Federcaccia e Libera Caccia, che di fatto penalizza i cacciatori, più che la presidenza. «Siamo pronti a convocare una assemblea di tutti i cacciatori dell’Atc Vastese – chiude Pessolano – per dare loro tutti i dettagli del comportamento di alcuni rappresentanti delle associazioni venatorie su come pensano di gestire i soldi di chi vorrebbe soltanto andare a caccia».