Botta e risposta su facebook tra Candido Paglione, sindaco di Capracotta e Andrea Di Lucente, consigliere regionale di maggioranza. La disputa sui social vede come tema la chiusura del bar dell’ospedale ‘San Francesco Caracciolo’ di Agnone che continua inesorabilmente a perdere servizi (nei giorni precedenti era stato azzerato il centralino) malgrado le promesse, mai mantenute, di classe politica, Asrem e commissari alla Sanità sul rilancio della struttura, ultimo avamposto del diritto alla salute.
“Alla fine sono riusciti a far chiudere anche il bar a distanza di qualche giorno dalla chiusura del centralino della portineria – esordisce Paglione -. Uno spettacolo davvero desolante quello che si è presentato agli occhi di chi questa mattina (ieri per chi legge) si è recato all’ospedale di Agnone. Certo, vedere quelle saracinesche abbassate provoca un senso di tristezza e di grande sconforto, proprio perché la burocrazia – che comprendo fino ad un certo punto – non è riuscita a trovare almeno una soluzione temporanea. Sì, bastava un semplice provvedimento per far rimanere aperto il bar in attesa dell’espletamento della gara d’appalto per individuare il nuovo gestore. Ho la sensazione che manchi la volontà – prosegue nel suo intervento il sindaco di Capracotta -, anzi è sempre più evidente il tentativo di spegnere le ultime luci per poi chiudere definitivamente. E’ proprio triste assistere a tutto questo, nonostante nel nostro ospedale ci siano ancora pazienti ricoverati e assistiti amorevolmente e con professionalità dai pochi medici e infermieri rimasti. Non possiamo arrenderci – conclude nel post pubblicato su facebook – abbiamo il dovere di contrastare questo teatro dell’assurdo per difendere l’ultimo avamposto della sanità pubblica del Molise Altissimo”.
Pochi giri di lancette e sulla vicenda interviene Andrea Di Lucente, ex sindaco di Vastogirardi e consigliere di maggioranza in Regione che punta il dito sui debiti pregressi del vecchio gestore. “Paglione invece di raccontare la verità fa populismo. L’ultimo gestore ha un debito nei confronti di Asrem per mensilità non corrisposte – scrive Di Lucente –. La retta stabilita da Asrem con il governo Frattura corrispondeva a 3500 euro mensili che a mio dire era elevata. Nell’indire la nuova gara di appalto per la gestione del bar, Asrem ha abbassato di circa mille euro la quota mensile portandola a 2500 euro – utenze comprese, ndr -, secondo me ancora troppo alta visto l’esiguo numero di persone che giornalmente frequentano l’ospedale. C’è da dire che la nuova gara dopo il suo espletamento è andata deserta e l’attuale gestore ha preferito lasciare. Parlando con me, lo stesso gestore, mi ha riferito che non riusciva a garantire due stipendi per coprire il servizio. Insomma se la gara è stata bandita perché doveva esserci la volontà di chiudere il bar?” chiede infine Di Lucente che nel frattempo assolve la classe politica sugli ultimi tagli. “In merito la difesa del Caracciolo – conclude – la politica non può nulla considerato che la Sanità in Molise è commissariata. Quindi, oltre a scrivere sui giornali e polemizzare sui social, spetta ai commissari decidere le sorti dell’ospedale”.
Dal canto suo il gestore, nel confermare i debiti pregressi (“saranno regolarmente saldati” ammette a l’Eco online) causati in particolare dalla chiusura di reparti e ambulatori (Chirurgia, Ginecologia-Pediatria, Otorinolaringoiatria, Ortopedia) e dal fitto spropositato, sottolinea come è da circa due anni che chiede invano ad Asrem l’abbassamento del canone.