«Mangiare la carne dei cuccioli è quanto di più lontano si possa immaginare dallo spirito di una festa che celebra la resurrezione e la vita. Fortunatamente la consapevolezza degli italiani è aumentata, le loro preferenze cambiano di conseguenza e quindi nell’ultimo decennio si è quasi dimezzato il numero di agnelli e capretti macellati in occasione della Pasqua. Ma finché correrà il rischio di finire nel piatto anche un solo agnello, non smetteremo mai di sensibilizzare e persuadere». Lo ha detto l’on. Michela Vittoria Brambilla, FI, presidente della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente, invitando i consumatori a rompere con una tradizione crudele: “Scegliete la vita, scegliete una Pasqua veg”.
«Sofferenza e crudeltà – ricorda – sono in generale inseparabili dal consumo di carne, criticato fin dall’antichità. Per cambiare, il primo passo può essere risparmiare la vita degli animali più giovani, dei cuccioli: è questo il senso del messaggio che mando, con la mia proposta di legge contro la macellazione degli animali che non hanno raggiunto l’età adulta, a tutte le forze politiche. Il mio scopo è attirare l’attenzione sul problema della carne: oggi sappiamo che è necessario ridurne il consumo non solo per rispetto verso altri esseri senzienti, ma anche per tutelare la nostra salute l’ambiente».
Anche se si è passati da circa 812 mila tra agnelli e capretti macellati nel “picco pasquale” del 2010 a circa 400-420 mila dell’anno 2018 e 2019, siamo comunque di fronte ad un’assurda, ingiustificabile mattanza. «Proprio per contribuire a fermarla – sottolinea l’on. Brambilla – ho presentato in Parlamento la proposta di legge in difesa degli animali giovani». Il testo vieta l’abbattimento, la macellazione, nonché l’importazione e l’esportazione per tali finalità, di animali che non abbiano raggiunto l’età adulta. Infatti, alle normali sofferenze del macello, che nel nostro paese interessano 700 milioni di animali l’anno, i cuccioli sommano il dolore della separazione dalle madri. «Togliere alle madri animali così piccoli – sottolinea l’ex ministro– è una delle pratiche più crudeli di un’industria costitutivamente crudele come quella della carne».
«Gli agnelli sono prelevati perfino a 30-40 giorni di vita, trasportati sui camion anche per interminabili tragitti, condotti al macello approfittando dell’istinto del gregge (che induce gli animali a seguire il primo trascinato via), rinchiusi in box mentre belano dal terrore, storditi, sgozzati ed appesi ai ganci per consentire il dissanguamento, mentre gli ultimi arrivati guardano e intuiscono che faranno la stessa fine. Le asettiche confezioni dei supermercati non raccontano tutta la verità, come dimostrano numerosissime indagini sotto copertura condotte negli allevamenti e nei macelli».