La ricorrenza del 2 novembre si avvicina, ma il viale della rimembranza, che ricorda l’eccidio dei giovani soldati caduti durante la Grande guerra, resta nello squallore più totale. A nulla sono valse le segnalazioni fatte al Comune dai parenti delle vittime e gli articoli-denuncia pubblicati in un recente passato da l’Eco: le croci che accompagnano all’ingresso del cimitero permangono nell’abbandono più totale.
La fotografia scattata in questi giorni è desolante e certifica la non curanza e il mancato rispetto nei confronti di vite spezzate per la patria. Ancora una volta la nostra testata documenta il degrado di un luogo che dovrebbe essere sacro, ma in realtà è lo specchio di una società menefreghista, incurante del sacrificio di uomini i quali a caro prezzo hanno reso un servizio alla nazione nel nome della tanto decantata libertà.
Così percorrendo il vialone dei cipressi ci si imbatte in scene vergognose che vedono croci desolatamente a terra, oppure legate agli alberi con lacci di fortuna o filo di ferro. Ed ancora, targhette che riportano i nomi dei militari distrutte dall’incuria del tempo, piegate o addirittura divelte. Tutto ciò crea imbarazzo o meglio disagio a quanti quotidianamente si recano sulle tombe dei propri cari.
“La civiltà dei popoli si riconosce dal culto dei morti” la citazione di Ugo Foscolo, che oggi come non mai, cala a pennello e non fa certo onore a quanto si è costretti a vedere recandosi al camposanto di Agnone. Per sanare definitivamente l’incresciosa situazione basterebbero poche migliaia di euro ma, tuttavia, dal Comune continuano a fare orecchie da mercante.
Dopotutto la cantilena che i cittadini sono abituati ad ascoltare da decenni è sempre la stessa: “Non abbiamo fondi necessari a disposizione”. A questo punto non resta che coinvolgere gli studenti e artigiani del posto. I primi, magari, con la redazione di un concorso di idee, i secondi per attuare l’eventuale progetto. A supporto potrebbero essere chiamati in causa associazioni di volontariato o il Rotary Club da sempre sensibili a problematiche del genere. La speranza è che l’ennesimo appello lanciato dalla nostra testata venga recepito, nonché attuato. Il 2 novembre si avvicina…