Con la preapertura ha preso il via la stagione venatoria abruzzese 2015/2016. La Regione nel frattempo traccia un primo bilancio dei risultati del piano di selecontrollo dei cinghiali attivato insieme alle Province. L’assessore regionale alla Caccia, Dino Pepe (in basso nella foto a destra, ndr) ha sottolineato che “la strategia adottata da Regione e Province per contrastare l’emergenza cinghiali ha avuto i primi risultati“.
“I dati, soprattutto quelli provenienti da Teramo e Pescara, cominciano ad essere significativi per determinare una riduzione dei danni in agricoltura e contestualmente garantire maggiore sicurezza ed incolumità pubblica per i cittadini“.
Secondo l’assessore Pepe, la Provincia di Teramo, che per prima ha dato il via agli abbattimenti (il 16 maggio 2015), grazie ai 370 capi abbattuti, ha riscontrato una diminuzione media del 26% dei danni alle coltivazioni rispetto al 2014, con punte di oltre il 45% nel mese di luglio.
A Pescara il numero di cinghiali abbattuti è triplicato rispetto all’anno scorso (297 nel 2015) con una conseguente forte diminuzione delle richieste di risarcimento danni.
Anche la Provincia di Chieti ha comunicato un netto aumento degli abbattimenti: nella macro-zona Chieti-Lanciano sono stati oltre 200 mentre nel vastese circa 130; entrambi i dati sono in forte crescita rispetto a 12 mesi fa, ma ad oggi il selecontrollo è stato bloccato, almeno nel Vastese.
Situazione leggermente diversa per la Provincia dell’Aquila che anche se in ritardo, è riuscita ad avviare il piano di selecontrollo grazie all’impegno del neo-Presidente Antonio De Crescentiis, con l’abbattimento di oltre 90 capi.
Pepe: “Grazie al confronto ed alla collaborazione con il mondo venatorio abbiamo imboccato la strada giusta per garantire un equilibrio tra la presenza dei cinghiali e il territorio regionale; l’attenzione comunque rimane alta, tanto che pochi giorni fa ho inviato una lettera al Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, per chiedere anche un intervento del Governo per contrastare l’emergenza dovuta alla fauna selvatica che interessa l’Abruzzo e le altre regioni italiane”.