Casi isolati di positività al Coronavirus si sono verificati negli ospedali di Chieti, Vasto e Ortona.
Al “SS. Annunziata” il virus ha contagiato tre operatori della Terapia intensiva cardiochirurgica e del blocco operatorio della Cardiochirurgia. Si tratta di personale del quale è stata accertata la positività con il secondo tampone di controllo, dopo l’esecuzione del primo che aveva dato esito negativo, eseguito dopo la notizia del contagio di un operatore.
Gli ambienti sono stati tutti sanificati e al momento è sospesa l’attività chirurgica a scopo precauzionale.
A Vasto la positività è stata accertata su una paziente dell’Ortopedia: la donna, approdata in ospedale a causa di un trauma, era stata sottoposta a tampone rapido, che aveva dato esito negativo. La positività è emersa solo con il test molecolare tradizionale, che invece ha contraddetto il precedente. La paziente, asintomatica, è stata subito isolata e il personale sottoposto a tampone. Anche in questo caso sono state tempestivamente eseguite le operazioni di sanificazione, pertanto è garantita la continuità delle attività di Ortopedia in sicurezza.
Un’altra paziente, infine, che si trovava all’ospedale di Ortona nell’area grigia in attesa di essere ricoverata in Geriatria, è risultata positiva al tampone che viene eseguito di routine su tutte le persone in ingresso. La donna è stata trasferita presso l’unità operativa di Malattie infettive di Chieti e la stanza sanificata.
«I casi che registriamo nel nostro territorio, fuori e dentro l’ospedale, generano un eccesso di allarmismo che va contrastato – avverte il direttore sanitario della Asl Lanciano Vasto Chieti, Angelo Muraglia -. Ci confermano che il virus circola, ma non possiamo permettere che pregiudichi la normale ripresa di tutte le attività. Allerta sì certamente, ma non allarmismo. Come sanità pubblica siamo impegnati a contenere la diffusione attraverso le irrinunciabili buone pratiche da parte degli operatori e i tre passaggi chiave: tracciare, isolare e trattare.
Ma la pandemia, che in quanto tale sfugge alla possibilità di controllo, non può catalizzare tutte le nostre energie, perché il rischio è di trascurare patologie che possiamo e dobbiamo prendere in carico. Penso ai malati oncologici, alle persone con patologie cardiovascolari, con patologie croniche, che devono continuare a essere il nostro obiettivo. Il mio invito, perciò, è a riconsiderare l’approccio di tutti al Coronavirus, anche alla luce dei casi che contiamo nella nostra regione, che possono apparire importanti, ma lo sono assai meno se rapportati ai circa duemila tamponi che vengono eseguiti ogni giorno, alla ripresa delle attività produttive e scolastiche».