«La montagna deve essere protagonista con le Green Community degli investimenti per la decarbonizzazione dei processi energetici e dell’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. In montagna, nelle Alpi e negli Appennini, le rinnovabili le vogliamo. E lo diciamo anche a qualche Soprintendenza e qualche oppositore di impianti. Vogliamo impianti FER comunitari e generativi, a vantaggio delle comunità stesse».
E’ la posizione espressa dall’Uncem nazionale in tema di energia. Troppo spesso i monti dell’entroterra vengono colonizzati da multinazionali che fanno soldi con l’eolico ad esempio, senza alcun vantaggio o ristoro per le comunità locali, al netto di qualche assunzione di personale. Uncem chiede che la montagna torni protagonista del proprio destino e del territorio, dicendo «sì» ad impianti di produzione di energia, ma che siano ad effettivo vantaggio delle comunità locali.
«Diciamo NO a ogni colonizzazione, a ogni finanziarizzazione dei territori, alle invasioni, alle conquiste per produrre energia, da parte di pochi. – riprende la presidenza dell’Uncem – Siamo per le rinnovabili di comunità. Con formule comunitarie e azionariati diffusi, condivisi. Per questo Uncem apprezza che la Commissione Ue abbia approvato nelle scorse ore un regime di aiuti di Stato italiano a sostegno della produzione di energia elettrica rinnovabile per promuovere la transizione a un’economia a zero emissioni nette. Si tratta di una dotazione di 9,7 miliardi di euro per sostenere la costruzione di nuovi impianti di eolico onshore, solare fotovoltaico, idroelettrico e gas residuati dei processi di depurazione, che secondo le previsioni immetteranno un totale di 17,65 GW di capacita di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Gli impianti dovranno entrare in funzione entro 36 mesi dalla data di concessione dell’aiuto. La montagna farà la sua parte. Evitando e mettendo al bando ogni speculazione e ogni colonizzazione che taglino fuori le comunità locali».