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  • Ermete Realacci a Castel del Giudice: «Un esempio positivo di quello che il nostro Paese può mettere in campo»

    A Castel del Giudice sono tante e variegate le iniziative culturali e sociali, aperte alla cittadinanza ma anche ai visitatori, sul progetto di sviluppo dell’area interna molisana Castel del Giudice Centro di (ri)Generazione dell’Appennino, con il quale il Comune ha vinto il Bando Borghi del PNRR – Linea A del Ministero della Cultura.

    Oggi Ermete Realacci, presidente di Symbola, la Fondazione che promuove e aggrega le qualità italiane, è stato protagonista di una passeggiata itinerante per conoscere gli abitanti e i luoghi che animano la comunità di Castel del Giudice (IS). Una opportunità per confrontarsi sulle scelte in materia di trasformazioni infrastrutturali e immateriali in occasione di alcune interessanti azioni in svolgimento: l’incontro partecipativo tra la comunità locale e gli organizzatori del campus estivo di Casa Frezza; l’iniziativa curata da Officina Creattiva e APS ‘Liberi di Essere’ e le relative azioni di animazione locale radicate nei valori condivisi della solidarietà e dell’inclusione; infine l’avvio del progetto di  documentazione fotografica “ImmaginARTI”.

    Quest’ultimo è un progetto di lungo raggio incentrato sulla fotografia come occasione di interpretazione e comprensione del ‘senso dei luoghi’. La sezione “Riscatti di Paese” per la raccolta fotografica all’interno della comunità, la sezione “Fotografia Circolare” pensata come un intervento di documentazione ed esposizione in itinere che prevede la partecipazione di diversi fotografi/e al racconto del processo di trasformazione locale e il “Contest fotografico” dedicato alla nozione concreta e simbolica di ‘Cantieri di rigenerazione’ come esercizio creativo sul processo di rinnovamento delle forme di vita, di lavoro e creatività all’interno dei borghi. 

    «E’ stato un incontro informale che pure restituisce la vivacità del cantiere aperto a Castel del Giudice nel contesto nazionale: per  l’impegno e il senso di responsabilità messo negli interventi materiali e la messa a terra dei processi rigenerativi posti in essere dall’intervento finanziario del “Bando Borghi del MiC cui lavoriamo alacremente con la RUP, ing. Rosita Levrieri, il gruppo di ricercatori e operatori selezionati per il progetto e con la collaborazione del nostro Centro permanente di competenze composto dalle Università del Molise, del Politecnico di Torino, della Sapienza di Roma e de L’Aquila». Così sintetizza il sindaco Lino Gentile.

    Gli fa eco la docente dell’Unimol Letizia Bindi in qualità di responsabile delle azioni immateriali e a base culturale del Centro di ri-Generazione sorto tra le mura del piccolo borgo. «Si tratta di un lavoro di relazioni efficaci e collaborazioni strategiche innestate nel quadro di progetto che sviluppano buone pratiche e azioni dinamiche contro le fragilità sistemiche dei piccoli comuni specie delle aree interne e fragili. Azioni sperimentali di rigenerazione urbana a trazione bio-culturale applicate qui in Molise che ci auguriamo possano diventare modelli di riferimento innovativi per  future  progettualità di area vasta».

    All’incontro ha partecipato a tal fine anche il prof. Angelo Belliggiano referente dell’azione #rurobserv incentrata sul monitoraggio e la progettazione in materia di sviluppo rurale sostenibile e innovazione sociale in agricoltura. Curiosità e interesse nel Presidente di Symbola – Fondazione per le qualità italiane: «Conosco da tempo l’esperienza di Castel del Giudice, che è anche socio di Symbola. Un esempio positivo di quello che il nostro Paese può mettere in campo partendo dalle sue forze vitali, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione con vivacità, competenza e capacità di fare rete. Senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno. È lo spirito della Legge 158/2017 sulla valorizzazione dei piccoli comuni di cui sono il primo firmatario, che anche da Castel del Giudice aveva preso ispirazione. Un’Italia che fa l’Italia che può affrontare le sfide che abbiamo davanti coniugando coesione e innovazione. Ci piace l’idea di accompagnare e supportare esperienze che mostrano che cambiare l’Appennino si può fare insieme».

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