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  • Expo, la transumanza “strega” la stampa specializzata

    MILANO – Transumanza, sostenibilità, tradizione e qualità molisana: questo il filo conduttore dell’appuntamento di ieri pomeriggio nello stand della Regione Molise a Expo 2015.

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    Nonostante il caldo e le numerose manifestazioni concomitanti organizzate nei padiglioni internazionali di Expo, lo stand molisano #fuoridailuoghicomuni è stato letteralmente assalito da giornalisti, opinion leader, blogger e stampa specializzata di settore, intervenuti per la presentazione di ‘Identità della transumanza’ pubblicazione postuma dello storico molisano Renato Lalli, e, soprattutto, per conoscere più a fondo Carmelina Colantuono (in foto), molisana di Frosolone, ultima cow girl italiana che, insieme con la sua famiglia di esperti mandriani e produttori caseari, porta avanti da secoli l’unica forma di transumanza orizzontale (trecento bovini in viaggio da e verso Frosolone) ancora attiva in Italia.

    Nel tardo pomeriggio, Nicola di Niro, direttore di Asvir Moligal, Gianguido Berardi, gestore dell’azienda agrituristica San Mauro di Vastogirardi e la stessa Carmelina Colantuono hanno parlato in maniera semplice, diretta, a tratti quasi passionale di storie di famiglie, di mandrie, di natura; del profumo dei luoghi e dei sentieri delle stelle: la transumanza, una tradizione un tempo, un patrimonio oggi, da tutelare e valorizzare. A Berardi il compito di spiegare ai presenti i metodi di lavorazione dei prodotti caseari.

    L’equilibrio tra le attività dell’uomo e l’ambiente in cui si opera é alla base del successo della transumanza come metodo agro-pastorale tra i più apprezzati a livello mondiale. A ciò si aggiungano i prodotti soprattutto caseari di alta qualità, frutto di una civiltà radicata ma in movimento, e le attività, tra le quali spicca il trekking sui tratturi, che sono legate alla promozione del paesaggio e alle opportunità da esso offerte. Una somma di fattori che si traducono nel benessere psicofisico di chi frequenta le ‘vie verdi’ e fanno della transumanza della famiglia Colantuono un ‘prodotto’ di successo ‘made in Molise’.

    Grande partecipazione da parte della stampa specializzata. Presenti diverse riviste nazionali top di turismo, enogastronomia e natura. Emittenti e agenzie hanno completato il lotto dei giornalisti desiderosi di scoprire la transumanza e il Molise. Tante domande e curiosità a cui i tre relatori hanno dato risposte pronte e circostanziate, tra un ricordo personale, il racconto di una storia e una leggenda tramandata. Carmelina Colantuono: “Per alcuni giornalisti è stata una grande novità. Nel momento storico in cui la globalizzazione, con i suoi prodotti realizzati dove non vigono le regole dell’Unione Europea, massacra i piccoli produttori locali, è importante sapere che ci sono realtà a dimensione umana e a prova di qualità. Si avverte la necessità di un ritorno alla natura e al buono – ha proseguito la donna che, per gli aspetti cari a Expo, rappresentava al meglio il piccolo Molise. Con un filo di emozione, l’ultima vera cow girl italiana ha concluso: “Abbiamo vissuto questa esperienza sentendo forte il senso di appartenenza e con orgoglio. Da parte mia e della famiglia, i miei fratelli e tutti gli altri, siamo fieri di aver portato la transumanza su un palcoscenico così importante, dal respiro… universale”.

    E’ stato semplice e naturale che il momento di confronto sulla transumanza vedesse poi, come singoli protagonisti nella seconda parte dell’evento, i formaggi e le altre meraviglie enogastronomiche portate per l’occasione dal Molise. Gli intervenuti hanno avuto l’opportunità di visionare un video descrittivo sulla preparazione della manteca. In chiusura, a serata inoltrata, l’attesa degustazione di alcuni prodotti della casa: caciocavallo podolico, tartufo, manteca, ventricina e soppressata, tintilia, miele, pane e pomodori.

    Un Molise #fuoridailuoghicomuni, quindi, ma partendo dalle eccellenze del passato riviste e valorizzate per le sfide del futuro. Per la ventesima Regione d’Italia una giornata piena di certezze e speranze. Da ricordare.

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