Il Consiglio comunale è dimezzato, per via delle numerose assenze trasversali, ma l’unanimità dei presenti è stata comunque raggiunta. Anche la città di Agnone recepisce e fa proprio l’ordine del giorno, proposto dall’Uncem, per la richiesta al Governo centrale e alla Regione di una fiscalità differenziata e peculiare nelle zone ad alta marginalità socio-economica e nelle aree montane, ai fini del sostegno alle imprese e del contrasto alla desertificazione commerciale.
Sarà per via del caldo o delle ferie, certo è che l’ultima seduta del Consiglio comunale ha visto il dimezzamento dei consiglieri e degli assessori. Assenti, ad esempio, il vicesindaco Di Nucci, l’assessore Sciullo, ma anche la consigliera Catauro della maggioranza. E forse anche all’opposizione piace andare al mare, perché risultano assenti il capogruppo Scarano, Greco e Paoletti della minoranza. Unico esponente dell’opposizione presente è stato Iannelli, che tuttavia ha votato in conformità alle indicazioni della maggioranza, come tra l’altro accade ormai da tempo.
Sette presenti, sei assenti, la seduta è valida e la parola passa al sindaco e presidente Daniele Saia che enuncia e illustra la proposta di una fiscalità differenzia da applicare nelle zone interne e marginali del Paese. Una proposta dell’Uncem contro la desertificazione commerciale e imprenditoriale più in generale, che, votata da tutti i Comuni d’Italia, o parte di essi, dovrebbe servire come strumento di pressione sul Governo centrale.
La richiesta, ha spiegato Saia, «è di attivare misure concrete ed urgenti per contrastare la desertificazione commerciale in montagna, al fine di salvare e valorizzare i piccoli negozi e tutto il commercio di prossimità, nei piccoli Comuni delle aree montane». Secondo il primo cittadino «è fondamentale difendere e valorizzare i piccoli negozi, fortemente penalizzati negli ultimi due decenni dalla grande distribuzione, dai supermercati e dai centri commerciali e, ultimamente, anche dalle piattaforme di e-commerce e consegna a domicilio». Il sindaco, nel corso del suo intervento, ha sottolineato come «la permanenza nei comuni montani dei piccoli esercizi commerciali rappresenta una necessità sociale oltre che strettamente economica, anche perché, sempre più spesso essi rappresentano dei veri e propri esercizi polifunzionali, nei quali il commercio al dettaglio è accompagnato anche da altri servizi che sono di interesse per la collettività e per le comunità dei territori montani, anche in convenzione con soggetti pubblici o privati».
«Le dinamiche in atto ci consegnano un quadro a tinte fosche, – ha aggiunto Saia – fatto quasi sempre di chiusure e di desertificazione commerciale, ma si rilevano anche segnali positivi di nuove scelte compiute quasi sempre da giovani che decidono di aprire imprese, negozi, avviare start up, newco e partite IVA, dimostrando, in questo modo, di credere nel rilancio dei territori montani, visti come luoghi della “libertà”, della qualità della vita, della sperimentazione, dell’innovazione e della ricerca». Per scongiurare nuove chiusure, tuttavia, servono scelte politiche chiare in difesa dei piccoli negozi di prossimità, delle botteghe di paese e di tutte le imprese e le partite IVA residenti nei comuni montani, «facendo leva su una nuova consapevolezza da parte della comunità che vive sul territorio».
Per tutti questi motivi il Consiglio comunale di Agnone, sia pure dimezzato, ha votato all’unanimità l’ordine del giorno dell’Uncem con il quale si chiede al Governo centrale di assumere appropriate misure fatte di sgravi fiscali e minor carico burocratico per chi possiede un negozio in un Comune montano e per chi avvia una nuova attività commerciale, fino alla individuazione di “Zone a fiscalità di vantaggio” per consentire una opportuna differenziazione delle imposte e all’azzeramento delle imposte per le imprese e per gli esercizi commerciali dei Comuni montani classificati ad alta e altissima marginalità socio-economica.