Giornali e prodotti editoriali in ogni paese del Molise con il gruppo Di Canto di Salerno, che ha deciso di investire nella nostra Regione. Il Molise può diventare un modello nel comparto, grazie all’imprenditore Vito Di Canto, che ha accolto l’appello dell’Associazione della Stampa del Molise per creare una nuova rete di distribuzione in ogni comune e, cosa importante, senza costi per edicole e punti vendita. La società ha già sperimentato in provincia di Salerno una iniziativa mirata. In controtendenza al mercato, il gruppo ha incrementato del 20% la rete dei punti vendita dei giornali, ottenendo un buon ritorno in termini di vendite.
Dall’incontro tra l’Associazione della Stampa del Molise e l’imprenditore Di Canto è nata l’idea di riproporre il progetto nella nostra Regione, invitando sindaci, edicole ed esercizi commerciali interessati a contattare il nuovo distributore.
“Da tempo – ha commentato il presidente dell’Assostampa, Giuseppe di Pietro – eravamo alla ricerca di una soluzione a un problema che ha rilevanza sociale e democratica. Bisognava superare il monopolio della distribuzione e contrastare l’abbandono dei piccoli centri e quindi di gran parte del territorio e della popolazione. Oggi, questo è possibile. L’Associazione della stampa ha spedito una lettera a tutti i sindaci molisani per metterli al corrente dell’iniziativa e attivarsi in tal senso. Ogni edicola esistente potrà avviare da subito, gratuitamente, senza alcun onere, la collaborazione con il gruppo Di Canto. Lo stesso vale per le attività commerciali interessate a diventare punto vendita di giornali, periodici, libri, ecc. Mi corre l’obbligo di ringraziare l’imprenditore Vito Di Canto che, oltre ad essere una persona perbene e di altri tempi, si è messo a disposizione per aiutare la nostra comunità, con vantaggi reciproci. Non è vero che l’editoria cartacea è finita. In Giappone si vendono ancora 44 milioni copie di quotidiani, contro i 2,5 mln dell’Italia, anche grazie alla consegna capillare, porta a porta. Ma al di là di ogni aspetto, non è giusto e civile precludere alle piccole comunità l’accesso ai prodotti editoriali cartacei, che rappresentano anche l’unico mezzo per approfondire fatti e notizie”.